Cosa è stata la ConClave2? 156 partecipanti, 19 ore di attività, più di 450 foto stampate, 12.4 km camminati, 3 sale occupate, 4 ordini su JustEat, 6 ore di sonno a notte e 41000 messaggi sul gruppo whatsapp sono solo alcuni numeri della ConClave, che però non danno la misura dell’impatto che questo evento ha avuto e continua ad avere nella mia vita.
Organizzare una Convention è un lavoro stressante e pieno di insidie. Lo dico perché ho avuto l’onore di supportare una squadra fortissima, la nazionale del 2006 delle Conventions oserei dire, giorno dopo giorno, offrendo semplicemente un orecchio per sfogarsi, oppure un’idea per aiutarli. Ho vissuto giorno per giorno la realizzazione di un evento che è una bomba ad orologeria: le Con sono circoli viziosi nei quali se non annunci attori non ci sono pass acquistati e non ci sono pass acquistati se non annunci attori. Purtroppo è così. L’anno scorso addirittura, chi la conosceva la Night Sky Events? Da dove saltavano fuori quelle 4 persone un po’ incoscienti che avevano deciso così di imporsi in un business che è un tritacarne? Eppure, guardateli ora. Non solo non hanno fallito la prima volta, ma addirittura hanno sfondato con la seconda. E mi hanno permesso di supportarli, con un po’ di pubblicità, con tweet e storie su IG. Perché la migliore pubblicità in questi casi, è il passaparola delle persone. Ed è grazie a quel passaparola, grazie all’ottimo lavoro fatto l’anno scorso, che hanno deciso di ributtarsi di nuovo nell’avventura sfiancante di organizzare una Convention. L’hanno fatto per noi, che siamo il loro popolo.
Ci siamo trovati ancora nello stesso hotel e arrivare a Milano è stato proprio come tornare a casa. Sono scesa dalla metro e sapevo da che parte andare, sono arrivata in hotel e mi sono guardata attorno, con i flashback dell’anno prima negli occhi, con i brividi di anticipazione per quello che di lì a poco si sarebbe scatenato. Sapevo già dov’era il bagno, e fidatevi che è una nozione importantissima da sapere per non perdere tempo prezioso da passare con gli attori.
Sono tornata in quella che era la sala panel, ho rivisto la folla e sentito di nuovo gli applausi. E’ stato un po’ come quando Rose ricorda il Titanic e improvvisamente si ritrova sulla nave, giovane e bella.
Ho rivisto i miei amici, quelle persone assurde e casiniste con le quali mi sento tutti i giorni da un anno e mezzo ormai, che sento vicine più di molti altri e che mi capiscono senza dover spiegare nulla. Ci siamo visti per la prima volta un anno fa, eppure è stato come non averli mai lasciati.
Ho rivisto le eroine della ConClave, le ho viste distrutte già prima di iniziare, ma semplicemente perché per loro in realtà era iniziata da mesi, le ho viste preoccupate per l’andamento di un evento che è un po’ come se fosse loro figlio.
Ho formato la mia squadra di supporto, un’alleanza fantastica con due persone altrettanto fantastiche e ci siamo buttate, tutte e tre insieme.
Ho visto facce sconosciute, ho incontrato persone da tutto il mondo, mi sono appuntata al petto la mia spilla di cheerleader e ho risposto a domande, ho asciugato lacrime, ho abbracciato, sorriso e mi sono arrabbiata (eh già).
Ho vissuto ogni secondo con il cuore pieno di orgoglio, tra persone che ridevano felici e si sentivano a casa nella stessa totalizzante maniera in cui mi ci sentivo io.
Mi sono innamorata alla ConClave, perché oltre ad aver conosciuto un’attrice straordinaria, ho scoperto in lei una donna ancora più speciale, fragile e coraggiosa allo stesso tempo, l’ho abbracciata un sacco di volte e ogni volta era vera come la prima.
Quanto ho pianto alla ConClave, lo so bene io e la Kleenex, che ormai mi ha assunta come testimonial ufficiale.
La ConClave è un turbinio assurdo di emozioni, è un’esperienza che assorbe completamente e sfinisce, lasciando nell’anima la più bella e appagante sensazione di libertà possibile.
Perché la famiglia non la scegli e la ConClave è famiglia, la mia famiglia.
May we meet again, pizzette mie.
Un bacio grande,
G. kom PizzaKru.
#ConClave2