Black Mirror 04×04 Recensione – Hang The DJ

– Do you remember the first night that we were together? How did you feel?

– I felt safe, happy, comfortable. It felt right. It felt like something locked into place, like we’d met before.

– Like it had happened before and it’ll happen again, like it’s happened a thousand times over and over again.

Black Mirror Season 4 – Hang The DJ

Ammetto di non recensire Black Mirror perché la maggior parte delle volte penso che dietro agli episodi ci siano significati e volontà troppo intelligenti e colte da poter essere comprese e raggiunte dal mio modesto cervello, quindi non ne parlo più che altro per istinto di sopravvivenza, visto che veramente, la maggior parte delle volte alla fine di un episodio di Black Mirror, non so più neanche da che parte sono girata.

Durante la visione di Hang The DJ, primo episodio che ho deciso di vedere di questa quarta stagione appena uscita, però, mi si sono formati in testa dei pensieri chiari e ben delineati e quasi sensati. Ecco perché ho deciso di sclerare con voi a riguardo, perché per una volta non mi sono sentita proprio scema del tutto.

Hang The DJ è una storia d’amore. E’ una bella storia d’amore, che appassiona, coinvolge e fa sospirare e preoccupare per 50 minuti dei 52 di durata dell’episodio. Fa preoccupare perché è una storia d’amore in un contesto distopico, in cui la realtà è perfetta, le case sono perfette, i ristoranti sono perfetti, tutti vanno sulle scale mobili a destra e la tecnologia decide per l’uomo. Il Sistema decide per l’uomo anche le relazioni e lo butta in un vortice di braccia e volti le cui scadenze sono definite al momento dell’incontro, per cui sì mi piaci, ma vediamo quanto tempo ci rimane prima di doverci separare, e avanti così finché Il Sistema non troverà quella persona che sarà perfetta per me, perlomeno per il 99,8%.

In questo vortice di appuntamenti si incontrano Amy e Frank e ditemi voi se non sono scintille quelle che scoppiano nell’aria attorno a loro. Il Sistema li ha fatti incontrare ad una cena al buio eppure si piacciono, si piacciono davvero. Va da sé che sarebbe bellissimo se Il Sistema dicesse per loro 50 anni di vita felice, due bambini ed un cane. Invece no, Amy e Frank si piacciono, si piacciono davvero, eppure per loro sono decise dodici ore. E quindi perché le farfalle nello stomaco, la timidezza e la paura di scoprirsi, se questo non è il vero amore, ma sono solo dodici ore?

E’ straziante vederli separarsi con la tristezza negli occhi, con il rimpianto di non essersi sfiorati, con addosso il tormento del “e se”. E se si fossero sfiorati? E se avessero avuto più di dodici ore? Eppure Il Sistema non sbaglia, se queste dodici ore si sono rivelate così emozionanti, chissà cosa ha in serbo l’algoritmo e che fuochi d’artificio si rivelerà essere la persona giusta.

Solo che non è così e ogni relazione forzata in seguito al loro incontro si rivela essere insopportabile, un terribile susseguirsi di giorni, di atti meccanici, di sfiducia. Amy subisce, più di Frank, una violenza psicologica dietro l’altra, obbligata in relazioni da trentasei ore per mesi e mesi, fino che in lei qualcosa non si rompe e comincia a pensare che quel Sistema che tanto viene idolatrato non sia altro che una truffa.

Se non che, relazione dopo relazione, capita qualcosa di inaspettato e Amy e Frank ritornano ad essere accoppiati, i loro “e se” possono trovare risposta, possono finalmente sfiorarsi e dimostrarsi tutto quello che per mesi era rimasto un rimpianto, nascosto tra le cose che non hanno fatto perché troppo codardi.

Il fantasma della scadenza, però, è una spada di Damocle su di loro. Benché Amy abbia deciso di non volerla controllare, forte della sua sfiducia nel sistema e intenzionata a prendere in mano la propria vita, Frank non è altrettanto forte: non ha subito come la ragazza una botta e via dietro l’altra, non si è visto passare davanti letteralmente chiunque, quindi non ha in lui la stessa risoluzione di Amy. Il ragazzo controlla la scadenza e da’ il via alla fine.

Quante sberle avrei dato a Frank, quante. Cinque anni. Il Sistema aveva deciso per loro cinque lunghi e presumibilmente felici, anni. Ma il dubbio, le bugie, la sfiducia, sono tutti parametri che vengono presi in considerazione dal sistema di calcolo del Sistema e il tempo sfugge davanti agli occhi di Frank, colpevole di aver tradito Amy con quel gesto e condannandoli, ancora una volta, a poche ore di “felicità”, ormai terribilmente inficiate dal segreto che il ragazzo si porta appresso.

L’amore è terribilmente facile da distruggere, basta una cosa innocente, basta uno sguardo sbagliato ed è un castello che crolla. Frank e Amy sono di nuovo separati. Amy sempre più decisa a liberarsi del peso di quella società e Frank, sempre molto Frank.

La cerimonia di accoppiamento (o come si chiamava) li trova quasi stanchi, più che elettrizzati. Viene concesso ad Amy di dare l’addio ad una persona a sua scelta e lei, ovviamente, sceglie Frank. Ma non per dirgli addio e affidarsi al Sistema e alla persona perfetta per lei scelta, no, sceglie Frank per ribellarsi in ultima istanza a tutto quanto. E’ arrivata al capolinea e non ha più tempo per sospirare e piangersi addosso. E’ ora di imbracciare le armi, di buttarsi nel vuoto e combattere le costrizioni, lottando in nome dell’amore, quella forza invisibile e spaventosa che però è inevitabile ed è capace di spostare le montagne.

“I want you.”

Non nascondo di aver passato tutto l’episodio nell’ansia più totale, dilaniata dalla paura che non fosse per loro previsto un happy ending e che fosse tutta una messinscena. D’altronde stiamo parlando di Black Mirror, non di qualche telenovela spagnola.

Il twist si ha proprio ora, con Amy e Frank che combattono Il Sistema, scalano i muri della loro piccola e perfetta società e si trovano davanti ad altri 997 Amy e Frank come loro.

Che diavoleria è mai questa? Mi sono chiesta. E’ Il Sistema: una potentissima app di incontri capace di creare una realtà virtuale dinamica in cui 1000 Amy e Frank si sono incontrati 1000 volte e per 998 si sono giurati amore e si sono ribellati.

Bellissimo no? Sono anime gemelle, quelle vere anime gemelle che per quante volte si incontrino e scontrino, sempre sono destinate l’una all’altro.

E qui comincia il mio delirio, qui si svela la morale assurda di Black Mirror, qui ogni sicurezza trova distruzione e io mi metto a scrivere in preda alle sensazioni contrastanti di speranza e sfiducia.

E’ tutta una finzione: Amy e Frank sono frutto di un elaborato calcolo probabilistico, il loro amore è codice e operazioni, all’interno di un’altra app di affinità e incontri nelle mani di altri due Amy e Frank che si guardano sorridendo all’interno di un pub, dubbiosi sul da farsi, sul conoscersi e tentare la fortuna oppure lasciare perdere e non sapere mai come sarebbe andata a finire.

E ancora una volta, Amy si avvicina a Frank, confortata dal risultato di quella app che ha elaborato 1000 volte le loro scelte e li ha trovati compatibili per il 99,8%, forse convinta di aver scelto lei quel ragazzo, forse solo “spinta” verso di lui da quel risultato positivo che tanto patimento sembra poterle evitare.

In tutto questo, io ancora cerco di raccattare i pezzi del mio cuore e cerco di trovare speranza nel pensiero di un amore nato senza numeri e app, ma solo dal sorriso di qualcuno in un bar.

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Un abbraccio,

G.

#BlackMirror