Orphan Black 04×01 Recensione

Benvenuti amici del Clone Club! Prima di iniziare a recensire questa season premiere, voglio comunicarvi che sono riuscita nell’impresa di recuperare le tre stagioni precedenti giusto in tempo per buttarmi a capofitto nella quarta. Giovedì alle 23.57 il mio caro Netflix non aveva più episodi da mostrare. Devo ringraziare infinitamente la mia cara migliore amica che con i suoi mille sms sclerotici, con i continui richiami alle genialate di Helena e Cosima mi ha portato al limite e mi ha invogliato ad aggiungere Orphan Black alle mie passioni telefilmiche. Non me ne sono pentita neanche un secondo, tanto che eccomi qua a parlarne con voi, sperando di riuscire nell’impresa.

La puntata è un enorme flashback, un ritorno alle origini necessario per sistemare la marea di situazioni che ci erano state presentate con la terza stagione. Che ritorno alle origini sarebbe senza il clone che ha tentato, per prima, di cavare un ragno dal buco? Ecco che ci troviamo catapultati nella vita di Beth Childs: detective, fidanzata, amica. Questo è quello che abbiamo sempre saputo di lei, attraverso le indagini di Sarah, attraverso i riferimenti a lei di Art, Cosima e Alison. Sapevamo che la sua vita era difficile e che l’aveva colpita duramente fino a costringerla al suicidio, ma non avevamo mai potuto misurare quanto profondo fosse il baratro, quanto la sua relazione con Paul fosse ai ferri corti, quanto fosse arrivata a scoprire su di lei e sulle altre e quanto fosse fragile nel profondo, schiacciata dal peso della sua ingombrante vita.
In questo episodio facciamo la conoscenza di una nuova sorella, plausibilmente l’iniziatrice di tutta l’indagine su Leda e Co.: Mika. Lei è la novità di questa premiere, e mi verrebbe da dire, di tutta la stagione. Mika è un mix particolare di Helena e Cosima, l’intelligenza sopraffina di una e la mancanza di capacità relazionali dell’altra, è l’unica persona della quale Beth si fida ed è una fonte di informazioni inesauribile ed inarrestabile. MK è un’hacker costretta a nascondersi, a vivere nella paranoia, addirittura a fingere di essere morta, per liberarsi dalla persecuzione dei Neoluzionisti. Nella ricerca della verità e delle risposte ai suoi perché, Mika si mette in contatto con Beth e se ne serve come risorsa sul campo, mentre lei indaga nelle retrovie, attraverso la rete. È lei per prima ad avere instillato in Beth il sospetto che Paul potesse essere una spia e che per prima la mette a conoscenza dei Neoluzionisti come maggiore minaccia alla loro vita di cloni.
Indagando sul particolare omicidio di un accolito della setta, tale Edward Capra, ritrovato seppellito senza una guancia, Beth si trova faccia a faccia con il culto, che ha ramificazioni in ogni luogo e si nasconde anche nelle persone più insospettabili. Ci ritroviamo quindi ad avere a che fare con quella simpatica codina da nutria di Olivier Duval perché è nel suo club che si ritrovano tutti i seguaci. Lì Beth conosce Trina, una ragazza la cui fedeltà alla religione è ingenua e quasi mistica. Le dice che la Neoluzione è etica morale basata sulla creazione di sé stessi, una scelta di evoluzione individuale. Sappiamo bene quanto in realtà in Neoluzionisti siano estremi nei loro tentativi di portare la biotecnlogia sempre oltre i limiti, quanto la loro infiltrazione nel Dyad li abbia portati a sperimentare e a nuocere alle nostre sorelle adorate. In un discorso tra il Dottor Leekie e una sua collega, Evie Cho (teniamo a mente questo nome), pare di capire che il ragazzo morto sia uno dei soggetti di studio un altro programma del Dyad al cui vertice c’è Evie, del quale sicuramente avremo notizie in questa stagione e che non promette bene dal principio.
Ammetto di essermi rattristata tanto nel vedere le interazioni di Beth e Paul, così fredde, disperate. Beth ha la necessità che qualcuno la “veda”, che vada oltre la corazza, oltre il suo modo di allontanare sistematicamente le persone, oltre l’aiuto e il sollievo che le droghe le danno. È talmente delusa dal fatto che Paul non ne sia capace che si ritrova da Art e lancia anche a lui il disperato appello di salvataggio. Che Art la ami è chiaro come il sole, ne avevamo avuto accenno nella scorsa stagione e in questo episodio ci sono stati fugati i dubbi. La speranza che le cose per loro possano andare diversamente è tanta. Che Beth si riprenda, che si affezioni a lui e si fidi abbastanza da dirgli la verità sono tutte cose legittime da sperare, ma che sappiamo non potranno mai avvenire.
Mentre si trova nel letto con Art, Beth riceve una telefonata da Trina, impensierita dalla scomparsa del fidanzato, un altro seguace del culto, con uno strano impianto nella guancia. Beth indaga e rimane stupefatta davanti alla scena disgustosa di due infermieri che asportano al ragazzo la parte del viso. Peggio ancora quando estraggono dal pezzo di carne un verme, che si muove. Subito ricolleghiamo tutto al finale di stagione scorso, alla scena orribile in cui Delphine spara al Dottor Nealon che tenta di colpirla con lo stesso verme immondo. Chi sono quei due infermieri? Cosa è e a cosa serve il verme impiantato nella guancia? Per quale motivo esso “cresce”?
Le domande non finiscono qua, Beth continua ad osservare di nascosto lo strano rituale fino a che non compare nella stanza un quarto soggetto, un uomo che abbiamo visto già in questa puntata, lo stesso neoluzionista che MK aveva ricollegato alla centrale di polizia: il detective Duko. Alla vista dell’uomo, sopraffatta da tutta la situazione surreale, Beth fa un rumore e viene scoperta. Fugge verso l’auto, cerca riparo in un vicolo, ma comincia a provare un senso di estraniamento da se stessa, probabilmente dovuto all’effetto calante degli stupefacenti. In quel momento di confusione, spaventata da un rumore alle sue spalle, si gira e fa fuoco. Sappiamo benissimo chi è la donna che giace esamine a terra, la goccia che fa traboccare il vaso della vita di Beth e che scatenerà tutta la spirale discendente di eventi fino al suicidio: Maggie Chen.

L’episodio termina con un ritorno al presente, a Sarah che, nel sonno, riceve una telefonata da MK, allarmata e con una notizia spaventosa: la Neoluzione sa dove si nasconde e sta arrivando per lei e per Kendall Malone. Nessuno di loro è più al sicuro, ora.

Cosa ci riserverà la presenza di Duko nella vita di Beth e al commissariato? Come continuerà la collaborazione di MK e Sarah? Riusciranno i nostri cloni a trovare un po’ di pace? Nel prossimo episodio si ritorna in pianta stabile ad esplorare il presente!

Momenti degni di nota:
– La presenza di Dylan Bruce nei titoli di testa. Cioè, lo so bene che è esploso e che alla fine è morto solo lui e la vecchia e Rudy si sono salvati, ma lasciatemi sperare di rivederlo. Se avesse fatto solo la guest star in questa premiere il suo nome non sarebbe presente nella sigla, no? *speranza mode on*
– Vogliamo parlare un attimo della modificazione corporale del cadavere? Il pene biforcuto? Dico, siamo seri???
– Chi non vorrebbe le tette modificate in cavatappi!
– Meliorn da fata in Shadowhuters ad accolito della setta in OB. Non commento oltre.
– Le fantastiche comparse di Alison e Cosima, ancora così ingenue e felici, una presa dalla nuova pistola e l’altra preoccupata solo per il suo futuro dopo la laurea. Malinconicamente penso a quanto siano cambiati questi due personaggi e quante cose difficili hanno affrontato… Se ne è fatta di strada e non sempre è stata liscia e senza pericoli.
– In tutto questo… DOV’È DELPHINEEEEEEE???

Vi ringrazio uno per uno, non vedo l’ora di leggere le vostre impressioni sull’episodio, sarò felicissima di commentare con voi tutto quello che sicuramente mi è sfuggito. 
Per tutte le immagini, le news e le comunicazioni ufficiali passate dalla nostra affiliata Orphan Black Italia , la fonte migliore sul nostro territorio nazionale!

Benvenuti nel Clone Club,
G.

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