Orphan Black 04×10 Recensione SEASON FINALE

Bentrovato Clone Club per questa ultima recensione di Orphan Black! From Dancing Mice to Psychopaths lascia tantissime cose per cui gioire, tantissime cose per cui fremere in attesa della quinta stagione, ma lascia anche un po’ di confusione. Promuovo con riserva questo episodio e vi espongo tutte le mie speranze per il futuro.

Iniziamo dai punti fermi dell’episodio, da quello che rimane. Il Neoluzionismo è un movimento enorme, radicato ovunque, con un potere incontrollabile, ed è diviso. Esistono due forme distinte e contrapposte della stessa entità e si fanno guerra. E’ una guerra senza esclusione di colpi, senza scrupoli, che miete vittime indistintamente provenienti da entrambi gli schieramenti. I cloni, le nostre adorate sestras, sono in mezzo al fuoco incrociato, un po’ vittime, un po’ premi. Susan vuole ricominciare con la clonazione umana, Evie Cho con la modificazione genetica. Ma di Evie Cho ci interessa poco, passa a miglior vita subito. Il problema è Rachel. Mi cospargo il capo di cenere e ammetto i miei errori: la settimana scorsa ero veramente convinta che si fosse redenta. Sbagliavo. Nulla è più importante per la donna della personale realizzazione e del successo, la sua fame di potere è talmente totalizzante da rivoltarla contro la sua stessa famiglia, contro sua madre. Rachel è il villain, il clone che non si sente tale, che si eleva oltre l’entità del suo gruppo, per eccellere e spiccare in una gara dove tutti sono uguali a lei, ma non sono lei. La caratterizzazione di Rachel la ritrovo in questo aspetto. E’ il problema comune dei gemelli, che sono uguali e che per forza sentono la necessità di mostrare le loro diversità in una lotta all’affermazione individuale. Se solo Rachel si fosse rilassata un attimo, se avesse preso fiato, avrebbe capito che il pericolo che lei si confondesse con le altre era solo una sua paura, perché i cloni sono tutti così magnificamente caratterizzati che noi ci dimentichiamo essere interpretati dalla sola e unica Tatiana Maslany. Se solo Rachel non avesse i deliri di persecuzione, questi complessi di inferiorità nei confronti di tutti, in maggior parte verso Sarah, tutto Orphan Black non esisterebbe e staremmo a parlare di nulla ora. Questo è uno degli aspetti che attendo di più dalla quinta stagione. Aspetto il momento in cui Rachel capirà che ha buttato via la sua vita a rincorrere la perfezione, che ha faticato infinitamente per affermarsi in una gara inutile che si è creata nella sua testa e che ha perso tutto. Aspetto il momento in cui Rachel si renderà conto di essere il niente che ha sempre avuto paura di diventare.

Dalla prossima stagione aspetto di vedere Cosima guarire, perché ha finalmente trovato una cura per lei e tutte le sorelle malate, perché è stata furbissima nel rubare le piastre con le cellule prima che andassero di distrutte, perché merita veramente di poter star bene. Cosima è un personaggio brillante, caparbio e infinitamente generoso. Ha combattuto una battaglia parallela a quella di Sarah, in modo coerente ai suoi mezzi e con lucida consapevolezza dello scopo. Moltissimi dubbi gravitano attorno a lei e alla sua salute, ma un punto fermo esiste e ha un nome: Delphine Cormier. Il finale di stagione vede riunite le due ragazze in modo disperato e straziante, un modo così bello da commuoversi. E’ come se Delphine non avesse visto altro al mondo che Cosima in mezzo al villaggio, come se non avesse stretto tra le sue braccia altro corpo che quello tremante di Cosima in ipotermia, come se ora che l’ha di nuovo con sé, nulla potesse separarle più. Al diavolo l’uomo con gli occhiali che le ricorda che non potranno stare insieme a lungo, al diavolo la guerra ai Neos e il futuro. Il presente è di gran lunga la cosa migliore al momento. Per quale motivo, però, Delphine si trovava sull’isola, quali sono le ragioni del suo coinvolgimento e che cosa ci fa un gruppo così nutrito di persone insieme senza avere nessun contatto con gli altri abitanti del territorio? Il vecchio uomo che si vede nel villaggio e nelle proiezioni di Rachel è PT Westmorland, il fondatore del Neoluzionismo? Cosa vuole e perché?

Quello che voglio dalla quinta stagione è vedere Sarah tranquilla con la sua famiglia. Saperla al sicuro, con Miss S, Felix e Kira senza nessuno a rincorrerli o a trattenerli in ostaggio. Ha affrontato Rachel e ha perso, è sull’isola, ferita e senza nessuna speranza, mentre a casa Ferdinand minaccia l’incolumità dei suoi cari. Voglio sapere perché Sarah è così un elemento di disturbo per il Neoluzionismo, perché Kira ha quelle sensazioni, quante e quali sono ancora le sorelle che non abbiamo conosciuto e che ruolo potrebbero avere nello scrivere definitivamente la parola fine alle persecuzioni. Voglio sapere che fine ha fatto MK, Cal, persino Gracie e Mark. Voglio vedere Helena in azione per più di tre minuti in video, Donnie e Allison finalmente a casa loro senza polizia e trafficanti vari. Voglio che Krystal sia in prima linea contro tutti perché è sveglia da far spavento e voglio che chi ha sbagliato paghi. E caro.

E’ chiaro quanto io propenda per l’happy ending ora che si sa che la quinta stagione sarà l’ultima della serie. Ma non confondiamo l’happy ending e le belle speranze con delle pessime ragioni di azione. Voglio vedere coerenza e senso, perché Orphan Black rimane un gioiello del panorama seriale e se deve finire dopo 50 episodi, che allora siano 50 episodi meravigliosi con un solido finale. 40 ne abbiamo già avuti, ora è tutto nelle mani degli scrittori.

Ringrazio tutti quanti per la fiducia e l’affezione che mi avete riservato in questo viaggio. Ogni finale di stagione mi rattrista, ma mi ricorda quando è stato bello vivere settimana per settimana delle avventure meravigliose insieme a dei personaggi stupendi. In questo devo ringraziare infinitamente Orphan Black Italia e Orphan Black ≫ Italian Clone Club. per il supporto e la collaborazione. Un ringraziamento speciale va a che a Traduttori Anonimi, o meglio, i baguettari preferiti.

Vi aspetto l’anno prossimo, non mancate!

G.

#OrphanBlack


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