Pretty Little Liars 07×11 Recensione

Attenzione, attenzione, le bugiardelle sono tornate!

Dopo un’attesa che sembrava eterna – tanto che, lo confesso, avevo completamente dimenticato dove fossimo rimasti – siamo ritornati nella ridente Rosewood, dove ad accoglierci troviamo feriti, donne incinte, madri pazze e comparse che non si vedevano dalla seconda stagione. Tra un atteggiamento da bulla e l’altro, Ali DiLa ha fatto il miracolo: è riuscita a riportare la connessione internet in casa mia, dopo circa un mese di assenza. Gioia e gaudio nel regno!

Ma cosa è accaduto nella prima di queste ultimissime – sigh! – 10 puntate che ci separano dalla fine definitiva dello show? E’ iniziata la resa dei conti. Come recita l’hashtag di twitter: #PllEndGame. A.D. si supera, facendo recapitare alle bugiardelle un enorme pacco regalo, con dentro un incrocio tra il gioco dell’oca, il Monopoly e Jumanji, in versione tecnologica – perché il fedele cellulare non può mancare. Un mini luna park pieno di lucine che personalmente non vedo l’ora di chiedere ai miei genitori per Natale.

Spencer: l’episodio si apre malissimo per la nostra Hastings, che si ritrova sanguinante, ferita da un colpo di arma da fuoco, semi-incosciente, alle prese con la domanda più paradossale del mondo: “COME SI CHIAMA TUA MADRE?”. Ammirevole la sua stoicità – o forse mancanza di forze – che le impedisce di dare di matto, imprecando come un camionista bulgaro e chiedendo all’infermiere se la sta prendendo in giro o è solo un sadico. Insomma, questa è palesemente la domanda di sicurezza per le password che la giovane allo stato attuale delle cose non sceglierebbe mai. Quel che è certo è che al momento nessuna delle due papabili è presente: mamma Drake si è data alla macchia, mentre mamma Hastings impiega giusto una settimana per rientrare da un viaggio. Confusa come non mai, decide quindi di fare l’unica cosa che non doveva: iniziare il gioco di A.D. e far visita all’ex infermo, con fidanzata in coma. Qui c’è odore di Spoby…

Hanna: bionda e scazzata più che mai, decide di votarsi finalmente alla carriera e comincia a disegnar bozzetti di abiti a getto continuo. Un po’ come me a dieci anni con il mitico Gira la Moda – e vi prego di dirmi che lo avevate anche voi, sennò mi sento davvero vecchia. Arriva quindi Mona, che col suo fiuto imprenditoriale decide di far notare il nome di Hanna facendone indossare i capi – creati non si sa come, non si quando, non si sa dove – alla figlia di un senatore sua amica. Nel tempo libero, la Marin si diletta anche nell’aiutare Aria coi preparativi del suo matrimonio – sperando abbia più fortuna del suo con Jordan – e nel tentare di accoltellare il gioco da tavola di A.D.

Mona: entra di diritto nella leggenda con una sola battuta: “Ti fidi di me?”. Avrei circa un centinaio di buone ragioni incappucciate di nero per rispondere di no, ma meglio glissare visto il caratterino vendicativo della giovane.

Emily: inutile era, inutile è rimasta. Pare sia stata assunta come coach della squadra di nuoto e questo ci indica che d’ora in poi la vedremo in tuta al 90% delle volte, risolvendo il problema “outfit sempre uguali” alla radice. Per il resto, la si nota unicamente mentre continua a sbavare dietro ad Ali, farsi prendere in giro e giustificarla per ogni cosa. Ancora, ancora, ancora. In tutto questo mi risulta non si sia ancora laureata, quindi mi fa sentire meno sola. Emily presidentessa degli UDM (Universitari Di Merda).

Aria: la piccola Montgomery fa molta tenerezza in questo episodio. Vuole trasferirsi da casa di Ezra ma lui la trattiene, non sa se il matrimonio è confermato ma nel frattempo tenta di organizzarlo, apre il suo armadio di leopardi e scopre che sono tutti a lavare quindi è costretta a vestirsi bene, incontra il vecchio amico Holden e in circa 3 secondi è costretta a sfogliare mentalmente tutte le figurine delle comparse di 7 stagioni – morti compresi – per ricordare chi sia. Insomma, un disastro.

Alison: premetto che non ho mai sopportato la DiLaurentis. Tuttavia non ho apprezzato il suo successivo cambiamento in giovane donna “buona” e remissiva, quindi sono contenta che in questo episodio sia riuscito il suo carattere da bitch innata, molto più coerente con il suo personaggio. Tornando però alla premessa, è chiaro che il mio desiderio recondito sia quello di prenderla a palate sulla testa. Magari mentre indossa un top giallo… E’ la classica bulla che però si crede innocente, la carnefice che gioca a fare la vittima. So di essere in netta minoranza, ma schifo le Emison, detesto come Ali continui a spezzare il cuore della tonta Emily, mi fa rabbia il modo in cui ancora pretende affetto e fedeltà dalle ragazze e, soprattutto, odio come si diverte a torturare e bullizzare le persone, passando sempre per la vittima di turno. Nessuno apprezza il personaggio di Paige, ma io sì: perché è l’unica che ha cercato di agire, perché ha cercato di trovare un posto sicuro lontano da Rosewood, perché ha capito davvero qual è la natura della DiLaurentis.

Ora chi è? La ragazza rapita, che non è mai stata rapita? La professoressa problematica, che ha una sorella in manicomio? La povera moglie abbandonata da quell’imbroglione del marito? Hai notato che è sempre la vittima? E’ sempre quella che ha bisogno di aiuto. Alcuni ci fanno l’abitudine a essere aiutati. Allo stesso modo, alcuni fanno l’abitudine a corrergli dietro.

Miglior personaggio: Paige – ebbene sì.

Peggior personaggio: Alison.

Voto alla puntata: 8. Un buon episodio che riprende piuttosto bene le fila del discorso, ben costruito, senza particolari sussulti ma piacevole e con una dose moderata di trash. Bentornate bugiardelle!

E voi che ne pensate? L’episodio vi è piaciuto o avreste voluto qualcosa in più? Non esitate a farmelo sapere lasciando un commentino qui o nella nostra pagina fb Gli Scleri di Una Fangirl. Se vi va, fate un giro anche dalla nostra amica Lost in Series. Guardatevi le spalle,

-V.