The 100 03×15 Recensione

Cara Serieskru, noi ve lo diciamo già adesso, NON CE LA POSSIAMO FARE. Ormai sono settimane che tentiamo di prepararci psicologicamente ad affrontare questo doppio finale, a vedere le avventure trovare una conclusione, scrivere – momentaneamente, sempre sia lodata la CW – la parola fine e semplicemente, non ci riusciamo.

Ma la resa dei conti arriva puntuale e immancabile come la morte, per cui eccoci a commentare insieme il primo episodio di questo doppio finale che ci ha lasciato esanimi per terra, rantolando alla vista di quel “to be continued”. Per nostra fortuna l’attesa durerà ancora poche ore. Per nostro sommo dolore, però, ciò significherà che saremo davvero alla fine di questa terza incredibile stagione. Una stagione piena di pathos, dolore, divisioni, perdite, scelte difficili, ma ricca di colpi di scena, amore, lealtà e adrenalina. Adrenalinica come è stata questa puntata, “Perverse Instantiation – Part One“, così ricca di avvenimenti ed emozionante da essere volata via velocissima. L’attenzione rimbalzava costantemente tra Arkadia e Polis – entrambe palcoscenici di orrore – facendoci precipitare sempre più verso la disperazione e la consapevolezza che oramai è tutto pressocché perduto.

L’episodio si apre con una nuova alleanza. Durante il ritorno di Clarke, Bellamy, Octavia e Jasper verso Arkadia, questi si imbattono – non troppo casualmente – in Roan, determinato a impossessarsi della Fiamma per far finalmente ascendere Ontari. Portato non esattamente di sua volontà ad Arkadia e messo al corrente della situazione, decide però di collaborare con gli Skaikru, poiché alla fine tutti vogliono la stessa cosa: che Ontari diventi il nuovo Comandante e che ALIE venga sconfitta definitivamente. Il piano prevede che Roan entri a Polis con Clarke sua prigioniera, mostrando la Fiamma per attirare Ontari allo scoperto. Le strade dei nostri 100 sono quindi nuovamente divise: verso Polis partono Clarke, Bellamy, Octavia, Miller e Brian, mentre ad Arkadia restano Raven e Monty – cercando di ripristinare l’oramai inutilizzabile codice di accesso ad ALIE – assieme a Jasper e Harper.

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Ad Arkadia la situazione si prospetta relativamente tranquilla: oramai praticamente disabitata, Monty e Raven avrebbero la possibilità di lavorare senza distrazioni alla costruzione di un portale che gli consenta di arrivare nuovamente ad ALIE, mentre gli altri due stanno di guardia. Peccato che in The 100 la tranquillità non esista e così assistiamo a uno dei peggiori tradimenti fraterni mai visti, avvenuto in maniera tale da spezzarci il cuore. Già dalla scorsa puntata avevamo capito che qualcosa non andava e tutti i sospetti erano riversati su un Jasper che avesse preso il chip: così è stato. Jasper ha ceduto al nemico, si è arruolato per ALIE. Combatte al suo fianco, rivelandole tutti i piani dei suoi amici, quegli amici a cui ha voltato le spalle. Ed è così che, dopo un discorso da brividi per quanto è sinistro, usa una mossa estrema per bloccare il suo migliore amico e impedirgli di prendere la scheda madre necessaria al piano: lo aggredisce. Con un sorriso folle sul volto, pianta un cacciavite dritto nello stomaco della persona più importante della sua vita. Pensiamo con amarezza a come appena pochi istanti prima, stretti in un abbraccio, Monty avesse dato il bentornato all’amico. Questo Jasper invece è esattamente l’opposto, è quanto di più lontano possibile da quello che era un tempo. Talmente tanto sotto l’influenza dell’AI da iniziare una massacrante tiro al bersaglio nei confronti di Monty e, in misura minore, di Raven. I due riescono infatti a mettersi fisicamente in salvo all’interno della blindata sala computer, ma ciò non basta a proteggerli emotivamente. Jasper, al di là del vetro, in preda alla follia – che in realtà altro non è che la lucida spietatezza di ALIE – spara ogni possibile cartuccia per ferire gli amici, farli cedere. Usa ogni possibile debolezza, perdita, senso di colpa di Monty per farlo vacillare, cerca uno spiraglio in cui infilarsi per creare uno squarcio nell’anima dell’amico. E così, mentre Raven lavora sulla scheda madre cercando di aprire il portale, ecco che di sottofondo Jasper ricorda tutte le vittime tra i Cento, ricorda il dolore subito, ricorda soprattutto chi lo ha causato: in particolare Clarke. Vuole convincerli che tutto questo male può essere dimenticato, cancellato, che tutti loro possono stare meglio. Se poco prima aveva dichiarato di avere smesso di attribuire colpe per quanto accaduto a Maya e a Mount Weather, qui invece sottolinea tutti gli errori che sono stati commessi in questi mesi e chi li ha commessi. E’ una guerra psicologica potente, che vede Monty provato, ma mai vinto. Non è sufficiente l’elenco dei morti, non è sufficiente instillare il senso di colpa, non è sufficiente ricordare cosa è accaduto alla madre: Monty reagisce a ogni colpo, lo schiva, si piega ma non si spezza. Non cede il ragazzo, mostrando una forza d’animo incredibile. Neanche si arrabbia con Jasper, né lo accusa: sa che non è il suo amico a parlare, ma la voce di ALIE. E mentre Monty sopporta questo fardello, trascinando avanti una conversazione che lo distrugge, Raven riesce a far ripartire i computer, ad azionare il portale che può condurla all’interruttore dell’AI. Il tempismo però è pessimo come ultimamente sempre in questo show ed ecco che, mentre ai due ragazzi brillano gli occhi, fuori dalla stanza giunge un’ignara Harper, che viene aggredita da Jasper. Adesso Jasper ha in mano la sua ultima arma a disposizione, l’ultima cartuccia da sparare: la giovane per cui il suo migliore amico prova dei sentimenti. Riuscirà Monty a reprimere i suoi sentimenti per l’ennesima volta? Riuscirà a non pensare all’ennesima persona che ama e rischia di perdere? Nel prossimo episodio tutto si fonderà su questa scelta: cedere al ricatto di Jasper o seguire Raven nell’attuazione dell’unica soluzione oramai rimasta a disposizione.

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Intanto anche a Polis le cose non vanno come sperato: il piano dei ragazzi ha basi solide ed è ben congegnato, ma questo comunque non basta a far sì che abbia successo. Grazie al tradimento di Jasper, infatti, ALIE sa che un gruppo sta arrivando, sa in che modo vogliono raggirarla ed è pronta ad accoglierli a braccia aperte, come se il piano dei ragazzi si accoppiasse perfettamente al suo. Così all’arrivo di Roan e Clarke a Polis c’è solo uno sparuto gruppo di fedeli in preghiera e quella merda di Jaha, che in un battito di ciglia si libera di Roan e prende in consegna Clarke, mentre dalle retrovie Bellamy e gli altri non possono fare nulla, se non cercare per l’ennesima volta di tirarsi fuori dai guai e salvare la ragazza. Ancora una volta assistiamo all’impassibile crudeltà di ALIE: presa Clarke, l’AI comincia la sua danza mortale verso l’ottenimento dei suoi scopi, in questo caso la parola d’ordine per sbloccare l’accesso alla matrice 2.0 e distruggerla. Non serve torturare Clarke, non serve farlo fare alla sua stessa madre, la ragazza non cede. ALIE va oltre, attraverso Abby prova a spingere Clarke verso il punto di rottura, prima facedo leva sull’affetto che la ragazza prova per i suoi amici e poi, soprattutto, facendola assistere senza poter intervenire all’impiccagione volontaria della genitrice. Non paga di questo, Abby, poco prima di lasciarsi andare di peso verso la morte, si rivolge a Clarke riversandole addosso la colpa di avere la possibilità di fermare le ingiustizie, ma di non volerlo fare di proposito. L’accusa è pesante, così tanto crudele da alimentare senza fine il nostro odio verso ALIE, tanto quanto cresce parallelamente il nostro senso di protezione verso Clarke, che ancora una volta ingoia la situazione, ma non cede. Inutile dire quanto siamo fiere di lei, della sua forza, della donna incredibile che sta diventando, capace di un senso di sacrificio che nessuno ancora ha dimostrato di avere e che merita di essere felice solo per tutto quello che sta costruendo per la sua gente. E’ una giovane saggia, capace di reprimere i propri sentimenti e affetti per un bene superiore, forte abbastanza da distinguere cuore e mente, scegliendo sempre la scelta più logica, anche se spesso più dolorosa e difficile. Parallelamente alle torture di Clarke, non va meglio per la sua squadra di salvataggio. Bellamy e gli altri rischiano grosso contro la manovalanza cerebrolesa, ma feroce, di ALIE e sarebbero spacciati se non intervenissero Murphy, Indra e Pike a salvare loro la pelle. L’assurdità del trio non sfugge a Octavia che rimane di pietra nel vedere collaborare la sua mentore con l’uomo che l’ha privata dell’amore della sua vita. Ancora una volta Indra ha parole di affetto per la ragazza e la aiuta a capire che non può trovare appartenenza in una persona, ma la troverà in sé stessa e nel luogo in cui si troverà volta per volta. Octavia sarà la casa di Octavia, nel momento in cui sarà pronta ad accettarsi completamente. Indra inoltre fa capire ad O. una lezione importante: il nemico è tale finché non c’è qualcuno di più pericoloso di lui. Pike ha causato tanto dolore, ma ALIE è peggiore e le forze unite contro di lei non saranno mai a sufficienza. In fondo è la vecchia massima “il nemico del mio nemico è mio amico”. Speriamo che Octavia riesca a trovare un po’ di pace, affidandosi ad Indra, imparando a non vivere solo di rabbia, ma cercando di allontanare il rancore che la alimenta da sempre. La coppia migliore dell’episodio è sicuramente quella formata da Murphy e Bellamy. I due si uniscono per raggiungere la sala del trono e salvare Clarke e nel tentativo si ritrovano a condividere molto di più di quanto si sarebbero aspettati. Già negli scorsi episodi avevamo avuto modo di conoscere il cuore buono di Murphy, che non riesce a distruggere lo zaino di Jaha per paura di perdere Emori e ora lo vediamo fare team con Bell perché “non è il solo a voler salvare qualcuno a cui tiene”. Murphy dice da sempre di voler solo sopravvivere, ma in realtà sta agendo e si sta costruendo sempre di più una vita fiera che valga la pena di essere vissuta, con persone che conoscono la sua vera natura, senza che debba per forza costruirsi attorno il muro di strafottenza che ci ha abituati a mostrare. Ancora una volta, però, lo sforzo dei ragazzi e il loro tempismo non sono sufficienti e arrivano nella stanza del trono troppo tardi. ALIE, con il fiato sul collo per l’arrivo dei rinforzi, agisce impulsivamente e comanda a Jaha di colpire Ontari. La ragazza cade a terra, con il cranio fracassato, mentre Murphy libera dal cappio Abby e Bellamy slega Clarke dalla posizione in cui è bloccata. Tutto sembra essere finito ora che Ontari non è in grado di rivelare loro il codice di sblocco di ALIE, ora che davvero non c’è più nulla da fare.

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A questo punto dei lavori, la sconfitta è l’unica cosa che sembra poter accadere. Tutto, letteralmente tutto ciò che i nostri protagonisti hanno pianificato e pensato si è rivelato null’altro che un fallimento, i piani di riserva e la riserva dei piani di riserva hanno fatto flop, lasciando il gruppo senza alcuna possibilità e barlume di speranza. Luna ha rifiutato il suo destino, Ontari è cerebralmente morta, l’accesso alla Cittadella è stato chiuso e le fonti di alimentazione spente. In tutto ciò, ALIE trionfa sempre più, avanzando e piegando al suo volere qualsivoglia forma di vita senziente le intralci il cammino. Non manca, anche in questo episodio, di confermare ancora una volta la sua imbattibilità, palesandosi anche ad Arkadia attraverso Jasper. Lo sviluppo di questo personaggio è stato a dir poco sfinente: una spirale in discesa verso il baratro e poi ancora più in fondo, rasentando la distruzione. Jasper è ingiustificabile. Glielo ha detto chiaro e tondo Raven, ai tempi della possessione, ma questo non vuol dire che il discorso non avesse senso. Ognuno dei cento soffre costantemente senza tregua, eppure Jasper è l’unico che non è mai riuscito ad alzare la testa. Il colpo di grazia gli arriva con la morte di Shay. Badate bene che non si tratta di aver perso una ragazza, ma si tratta di essersi resi conto di essere un pericolo ambulante, portatori di distruzione indiscriminata, loro con il loro pesante fardello di responsabilità verso il genere umano. E Jasper capitola, accettando di mettere fine alle sue sofferenze, ma di fatto condannando i suoi e chiunque altro a fine sicura. Permetteteci di dire che è il personaggio rivelatosi più egoista di tutta la squadriglia. Più di Clarke che pianta tutti in asso e se ne va, più di Murphy che mai si è preoccupato della sopravvivenza altrui se messa di fronte alla propria, più di chiunque altro vi venga in mente, perché tutti questi, a differenza di Jasper, nel momento del bisogno hanno accantonato le loro priorità e si sono messi al servizio del bene di tutti. E il bene di tutti al momento è distruggere un nemico potente ed inarrestabile, un nuovo tipo di villain che sembra talmente perfetto da non lasciare scoperto neppure un punto debole, così ben organizzato e coeso da essere completamente padrone della situazione, anche se spesso e senza tregua è stato colpito su più fronti. ALIE è un villain nuovo e non scontato e la situazione in cui si trovano tutti i personaggi di The 100 è talmente complicata che il prossimo episodio si potrà rivelare o il miglior epilogo della storia oppure una delusione tale da lasciarci veramente amareggiate. Quanto spesso questa serie tv ci ha affascinate, così raramente ci ha lasciate deluse e la preoccupazione per il prossimo episodio vi assicuriamo essere enorme. Le aspettative di grandezza e spettacolo sono così grandi e gravi che facilmente si potrà rischiare di scivolare nel trash, dando vita ad una conclusione banale e non all’altezza delle aspettative. Questa preoccupazione potrebbe sembrare ingenua, ma dal nostro punto di vista, di vere e proprie appassionate, un finale scontato rappresenterebbe una mazzata mortale, quell’avvenimento che spegne l’entusiasmo verso tutto e fa passare la voglia di emozionarsi ancora. Una volta non avremmo avuto nessun dubbio riguardo la bontà delle scelte dei writers, tutto ciò che è successo lo abbiamo trovato valido, ma è anche vero che tanto dolore quanto ce ne ha dato The 100 in questa terza stagione nessuna altra serie tv aveva mai rischiato. Per cui permetteteci di essere genuinamente terrorizzate di fronte all’idea che il prossimo episodio sarà l’ultimo e che su di esso vi siano così tante aspettative da renderlo una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Diremmo che per oggi abbiamo sclerato abbastanza, tra l’altro rischiando di essere dipinte come due povere sceme vista la profondità dei sentimenti che proviamo verso questa serie tv, sappiamo comunque di non essere sole, quindi scrolliamo allegramente le spalle e ci prepariamo a quello che sarà per noi la vera e propria battaglia finale. Abbracciateci e teneteci insieme voi altri, che qua appena comparirà voi-sapete-chi si perderà ogni tipo di dignità accumulata. Intanto noi prepariamo xanax e fazzoletti, ne avremo bisogno…

-V. & G. kom Serieskru

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