Westworld 01×09 Recensione

Buon sabato cari amici! In questa giornata ci troviamo a fare il punto sul nono episodio della serie hit del momento, già definita cult: Westworld. Nella notte di domani verrà trasmesso il finale di stagione che, probabilmente, risponderà a tutte le nostre domande ed, inevitabilmente, aprirà nuovi scenari e quesiti per la stagione che verrà. Tutti pronti quindi a scoprire la verità dietro ogni mistero del parco?

L’Uomo in Nero

Innanzitutto, il nono episodio ci permettere di rispondere a tante domande fatte in passato e conferma tante teorie. L’Uomo in Nero e William sono la stessa persona, quasi sicuramente. Gioia e gaudio per una supposizione che avevo posto e che, quasi sicuramente, si è rivelata corretta! Generalmente sono scarsa a fare teorie, questa volta invece ci sono, quasi sicuramente, riuscita. Che bella questa sicurezza (ma cosa dico?). Abbiamo potuto scoprire molto del passato di William, lo abbiamo visto lentamente lasciarsi andare alla furia cieca, spinto da Logan che per vendetta tortura Dolores fino a “sbudellargliela” davanti agli occhi e lasciarla fuggire. William ha sofferto molto nel vedere la donna in quella situazione di sofferenza psicologica atroce e qualcosa nel suo cervello ha cambiato direzione, portandolo ad essere una fredda macchina omicida. Chiaro che dietro il massacro degli androidi confederati ci sia lui, unico sopravvissuto in una marea di arti e sangue, insieme a Logan, mantenuto in vita chiaramente per poter assistere alla nascita del nuovo William, il mostro da lui stesso creato. Questo potrebbe spiegare molte similitudine tra i personaggi di William e l’Uomo Nero, molte battute apparentemente pronunciate in maniera casuale, ma che in un’ottica più attenta, li mandano a braccetto come un’unica persona, semplicemente disillusa e crudele. Dopo un’interessante comparsata di Charlotte, scopriamo che l’Uomo in Nero fa parte dei capoccioni della Delos e che ha influenza diretta sul consiglio del parco. Che William si sia affezionato così tanto a quel luogo da decidere addirittura di voler far parte del consiglio di amministrazione? Wow.

Bernard è Arnold

La notizia ha portata ancora più grande della scoperta di Bernard androide avvenuta la scorsa settimana. In un confronto meraviglioso tra creatura e creatore avvenuta tra lui e Ford, scopriamo, in un viaggio nei ricordi, che Bernard è la copia di Arnold. L’ha creato Ford dopo la morte del socio per poter avere il vecchio amico sempre accanto a sé (inquietante). La sequenza tra i due è visivamente molto forte, è un testa a testa interessante nel quale sembra che Ford sia sopraffatto dalla ribellione di Bernard, sembra che acconsenta ad ogni sua richiesta per paura delle conseguenze di un eventuale rifiuto (avendo Clementine che gli punta una pistola addosso), ma alla fine è tutto già progettato, tutto già scritto. Ford è il creatore, ha potere su tutto e su tutti e ancora una volta Bernard si trova a poter solo obbedire ai comandi e, al termine di un viaggio doloroso nei suoi ricordi (anche quelli cancellati), lo sentiamo spararsi e togliersi la “vita”.

Per quanto triste, questo scambio è importantissimo: da una parte conferma Ford come antagonista perfetto e onnipotente, dall’altra ci avvisa che ogni host è disegnato intorno ad un evento traumatico, che posso dargli abbastanza carattere per sembrare umano. Ci invita a pensare alle nostre vicende e a interrogarci se anche noi, veri umani, abbiamo quale evento importante che ci ha plasmati e resi quello che siamo.

Con la consapevolezza di ciò, possiamo anche fermarci a pensare che gli host formino la propria coscienza intorno a quegli eventi. Non solo i loro caratteri, ma anche quei pensieri devianti che ne spingono tanti ad allontanarsi da i loro percorsi. Maeve ha la morte della figlia che la perseguita, Bernard quella del figlio, Dolores ha un massacro alle spalle. I protagonisti sono disegnati intorno ad un nucleo di dolore e sono gli stessi che sembrano i più umani. Probabilmente, nei sogni del vero Arnold, questa è la cosa che più si avvicina ad essere una coscienza che gli androidi possano avere: l’esserne in qualche modo senzienti.

Sempre più chiaro è il procedere temporale della serie. Senza dubbio possiamo affermare che si tratta di uno sviluppo in più linee temporali e piano piano sono sempre più chiare e semplici da individuare.

Nel presente assistiamo alla violenta ribellione delle macchine: Maeve cosciente del suo essere, cambia il procedere degli eventi riscrivendo con la sola potenza delle parole le azioni di chi ha intorno, progettando la distruzione del parco. Ford continua imperterrito nella sua volontà si aggiungere una nuova proposta di avventure al parco, lavorando in solitaria e senza il permesso del Consiglio. Charlotte vuole impedire a Ford di fare i suoi comodi e ne progetta l’espulsione dal tavolo dei dirigenti, interrompendo con la sua comparsa nel parco il percorso dell’Uomo Nero, che conferma la sua appartenenza alla Delos e la sua importanza strategica nelle decisioni del consiglio, ma di fatto non interessandosene per nulla, avendo finalmente chiaro come raggiungere il Labirinto, il suo unico interesse nel gioco.

Andando a ritroso nel tempo ci imbattiamo nei primi ospiti del parco circa 30 anni prima, i giovani William e Logan, con la loro storyline in compagnia dello sceriffo, Lawrence e i corpi imbottiti di nitroglicerina, la fuga nei Territori Fantasma e, infine, la fuga di Dolores e il cambiamento di carattere di William con la perdita della donna per colpa di Logan.

Per giungere al momento di inizio, da dove ogni dubbio nasce, cioè il Grande Massacro, prima dell’apertura del parco approssimativamente intorno a 33/34 anni prima del presente, che viviamo nei ricordi di Dolores e Teddy, in cui troviamo anche Maeve, la figlia di Lawrence, Angela e tanti altri androidi, i Residenti. Il massacro è ancora il punto interrogativo più grande ed è, secondo me, l’evento che attraverso la sua spiegazione riuscirà a chiarificare il tutto.

Infine la vera e propria genesi: le scene del test di Turing (37 anni indietro nel tempo) in cui gli host ballano a coppie nel prato, insieme ai tecnici che li programmano, per tre lunghi anni prima di raggiungere un livello di perfezione tale da permettere l’ingresso nel parco dei visitatori e la loro interazione con gli androidi.

Ovviamente, tutto ciò potrebbe rivelarsi infondato o solo parzialmente corretto, è tutta una teoria. Bisogna mantenersi sempre all’erta, focalizzare l’attenzione sui dettagli, mantenendo il cervello acceso alla ricerca di ogni minimo particolare perché è nelle cose più piccole che si nasconde la potenza di questa serie tv.

Vi invito a passare da Westworld Italia la nostra principale fonte di notizie su questa perla firmata HBO e dagli amici di Lost in series.

Passo e chiudo,

G.

#Westworld