Bly Manor è una bellissima storia d’amore (e di fantasmi)

Vorrei iniziare facendo una premessa: detesto il genere horror. Odio la sensazione di paura che cresce, i jump scare improvvisi e la musica rampante capace di strappare il fiato. Sono una codarda incredibile, facilmente impressionabile e perdo il sonno senza difficoltà. E allora perché diavolo vi sto per parlare di una serie tv horror? Perché alla fine dei nove episodi della seconda stagione di The Haunting tutto pensavo di aver visto tranne che una serie horror. The Haunting of Bly Manor, serie antologica targata Netflix e nata dalle mani sapienti di Mike Flanagan (autore anche della prima stagione The Haunting of Hill House), è sì una serie di fantasmi (moltissimi fantasmi), ma è prima di tutto una storia d’amore bellissima, coinvolgente ed estremamente emozionante. Anzi, Bly Manor è tanti tipi di storie d’amore, tante quanti sono i personaggi e tante quante vorrete vederne. Ma iniziamo con ordine, per cortesia.

“To truly love another person is to accept that the work of loving them is worth the pain of losing them.”

La difficoltà più grande che ho avuto di fronte a questa serie è stata accettare che fosse finita. Di fronte a quello schermo nero e vuoto, con il viso segnato da un fiume di lacrime, mi sentivo come strappata da un sogno, svuotata di ogni sensazione ed emozione. Esattamente come nella citazione qui sopra, stavo cercando di accettare il fatto che la storia fosse finita e che il mio amore nei suoi confronti fosse il giusto prezzo per il dolore che stavo provando. Il che è totalmente illogico dal momento che ero terrorizzata dall’idea di iniziala, visto che è una storia horror e blablabla. Sono bastati pochi episodi per “calmarmi”, è bastato conoscere un po’ meglio i fantasmi in questione per fidarmi di loro abbastanza da riuscire a non distogliere lo sguardo ogni tre per due. I meno temerari potranno apprezzare l’innocuità dei fantasmi presenti nella casa (signora del lago a parte, lei non è proprio la più mansueta). Sopra a tutto però è bastato allacciare un legame con i personaggi, ritrovare in loro delle caratteristiche amabili ed affezionarsi alle loro vicende. La facilità con cui si riesce ad entrare in sintonia con gli abitanti di Bly Manor è qualcosa di magico e assolutamente da non dare per scontato.

Cosa potrei aver trovato in quei nove episodi di così speciale da non riuscire a lasciarli andare? L’amore, quello vero, quello totalizzante, quello che trascende spazio e tempo e che si prende gioco della morte. Erano anni che non sentivo una tale sintonia con la narrazione di un amore e quando meno me lo aspettavo, Dani (Victoria Pedretti) è arrivata sullo schermo con la sua parlata americana, i suoi capelli biondi morbidi, la giacca di jeans e un bagaglio emotivo più ingombrante della sue valige. E dopo Dani abbiamo conosciuto Hannah (T’Nia Miller), la governante terribilmente distratta, incredibilmente affezionata alla casa, ai suoi padroni, innamorata dei due piccoli Wingrave e completamente persa per Owen (Rahul Kohli), il baffuto cuoco della magione, un uomo puro, buono, che ha abbandonato tutti i suoi sogni per poter accudire con amore la madre malata, anch’esso innamorato cotto di Hannah. E infine, in questo turbine di amori conosciamo Jamie (Amelia Eve), la giovane giardiniera della magione e facendo la sua conoscenza veniamo colpite da un colpo di fulmine. E così viene colpita anche Dani, la timida Dani, la Dani che fino all’ultimo ha pensato di sposare Edmund, che fino all’ultimo secondo ha pensato che sarebbe riuscita a provare quello che una ragazza come lei avrebbe dovuto provare, per poi capitolare definitivamente di fronte ai riccioli castani della giovane giardiniera.

Non capita spesso di vedere storie d’amore così belle, neppure nelle serie tv romantiche, men che meno in una serie tv di genere horror. Sono fermamente convinta che il successo di Bly Manor risieda in questo: nel saper coinvolgere emotivamente, nel far sentire quello che i personaggi sentono, nel finire dentro la storia e sentirsi accanto a loro, ad avere emozioni per loro ed è per questo che la serie tv funziona anche dal lato più “spaventoso” dell’horror, perché c’è tensione, c’è attesa, sospensione e quando la paura deve scattare, essa scatta. E’ tutto un sapiente costruire suspence e sentimenti. E sono i sentimenti la cosa più spaventosa che esista a Bly Manor, i sentimenti che infestano le vite dei personaggi, che li perseguitano in ogni momento. Dani è straziata dai sensi di colpa che prova nei confronti di Edmund e lo vede in ogni superficie riflessa, lo vede sempre più spesso, le sue incursioni sono sempre più invadenti e spaventose con il crescere dei sentimenti della ragazza per Jamie, perché così in parallelo cresce anche il terrore che Dani prova nei confronti dell’amore. Ma come potrebbe essere altrimenti quando è stato a causa del suo mancato amore se Edmund è morto? Dani alla fine si lascia andare, perché resistere da sola a tutti quegli attacchi è snervante e sente di aver bisogno di supporto, sente di aver necessità di trovare pace e Jamie la accoglie senza fare domande. La rappresentazione che Dani e Jamie danno dell’amore è un gioiello. Una narrazione positiva di due persone che si sostengono giorno per giorno, che costruiscono il futuro insieme passo dopo passo, senza caricare di aspettative enormi la loro quotidianità, ma vivendo pienamente ogni momento concesso. E’ meravigliosa la penna che scrive la loro storia e ancora più bella è la presenza di donne alla scrittura della maggior parte degli episodi, donne che scrivono di donne e lo fanno con incredibile sensibilità e in questo contesto è ancora più bello sapere che un episodio è stato scritto da Laurie Pennie, persona genderqueer. Si nota tanto nel modo in cui la storia ci è stata consegnata che dietro alle quinte vi è uno staff così vario e sensibile e il risultato è magnifico. Bly Manor finisce per diventare un esempio di narrazione sana, come c’è bisogno di vederne di più per mostrare tutto quello che di positivo esiste in tutte le varie declinazione dell’amore.

E’ vero, Bly Manor non finisce bene. Ho passato tutto l’episodio finale tra le lacrime e i singhiozzi, ma posso garantirvi che quelle lacrime non erano lacrime di dolore. Non a caso sono qui a dirvi quanto bella e intensa sia stata la mia avventura con Bly Manor, quindi come potrei aver pianto di dolore? Dani e Jamie hanno avuto anni e anni di grande felicità. Hanno mostrato a milioni di telespettatori quanto possa essere bella e soddisfacente una storia d’amore. Hannah e Owen dal canto loro hanno condiviso un totale affiatamento e benché non abbiano mai davvero visto sbocciare la loro storia d’amore in maniera canonica, risultano essere più veri ed innamorati di tre quarti dei personaggi in coppie canon presenti nell’universo televisivo. Mi allargo e spezzo una lancia nei confronti di Viola (Kate Siegel), la donna il cui amore per Bly e per le sue cose ha fatto partire tutta questa vicenda, per non parlare di Flora e Miles (Amelie Bea Smith e Benjamin Evan Ainsworth), che per anni hanno visto fantasmi in quella casa e hanno protetto gli adulti dal peggio, come non poter portare in questa recensione anche il loro coraggio e il loro modo di amare?

Ho pianto, tanto, ma sono comunque qui per invitarvi ad entrare a Bly Manor e lasciarvi trasportare in questa storia di amore e di fantasmi, consapevole di portarvi in dono anche un pezzo del mio cuore.

“You said it was a ghost story. It isn’t. It’s a love story.”

“Same thing, really.”

A presto,

G.