Motherland: Fort Salem 01×01 Recensione – Say the Words

Motherland: Fort Salem è un drama fantastico creato da Eliot Laurence per FreeForm che vede il debutto con il pilot il 18 marzo 2020. L’ho visto più per noia che per vero interesse, dopo aver notato un discreto successo sul pubblico di Twitter durante questi particolari giorni di quarantena.

La serie segue le vicende di tre giovani donne dalle esperienze di vita molto diverse al momento del loro arruolamento nell’esercito degli Stati Uniti d’America, in un mondo dalla forte impronta matriarcale in cui la magia esiste e le streghe non sono più perseguitate da secoli, avendo acconsentito ad un accordo che le vede come braccio militare del Governo.

Il pilot, intitolato Say The Words, si apre nel giorno del Reclutamento delle nuove leve, mostrando un centro commerciale super affollato di persone in festa, con bandiere americane in ogni dove. Una nota stona subito nel contesto: c’è un solo palloncino azzurro in volo, mentre tutto attorno comandano le tinte tipiche della nazione a stelle e strisce. Il palloncino fluttua e sembra quasi comandato da qualcosa. Il qualcuno che lo chiama a sé è una donna che cammina in mezzo al centro commerciale, bisbigliando parole incomprensibili. Il palloncino arriva tra le sue mani e comincia a crescere e crescere fino ad esplodere. A quel punto tutto nel centro commerciale cambia, le persone iniziano ad ammassarsi ai piani superiori e a lanciarsi nel vuoto, rovinando al suolo e ammazzandosi. La donna del palloncino osserva tutto in maniera molto soddisfatta, se ne va lasciandosi il massacro alle spalle e parte in macchina. Durante la guida, con un gesto davvero incomprensibile, afferra l’accendisigari incandescente e se lo stampa in fronte, bruciandosi i connotati e trasformandosi in un’altra donna. La scena si chiude con il suo ghigno soddisfatto.

Questa prima scena è decisamente molto forte. Visivamente disturbante e cruda, posiziona l’asticella di quello che la serie vuole mostrare molto lontano dal genere “familiare” che spesso si è associato all’emittente che la trasmette. Una scelta coraggiosa, in linea con quanto FreeForm continua a presentare, che però presenta anche un lato di pericolosità che tramuterebbe il tutto in uno spreco se la stagione non dovesse dimostrarsi in grado di mantenere il livello imposto con questa prima scena grafica.

In questo universo la magia esiste ed è forza militare. Più di 300 anni prima, durante la caccia alle streghe, si riuscì a stabilire uno stop alle persecuzioni tramite un accordo che il Generale Adler stipulò con il governo del Massachussets: le streghe erano libere di vivere, ma diventavano uno strumento di difesa per gli Stati Uniti, un braccio armato d’élite. Ogni anno, per continuare ad arricchire le fila e continuare a proteggere la Madre Patria, nel giorno del Reclutamento le streghe appena maggiorenni degli Stati Uniti accettano la chiamata nell’esercito, ricevono un medaglione identificativo e diventano automaticamente eroine della patria, mostrando un sentimento con il quale fuori dall’America penso sia molto difficile da empatizzare, ma che nel nuovo continente funziona molto.

In questo contesto conosciamo le tre protagoniste della storia:

  • Abigail Bellweather, giovane figlia di una stirpe di grandissime combattenti dalle aspettative altissime e dalle altrettanto astronomiche aspirazioni, spaventosamente presuntuosa e saccente.
  • Raelle Collar, figlia di un medico dell’esercito morta poco tempo prima in un attacco controverso, non trova nessun interesse nell’essersi arruolata e ha un’evidente avversità verso le figure autoritarie e il dovere in genere, nonché una gran fretta di crepare.
  • Tally Craven, figlia dell’estate super ingenua e pura, arruolatasi per fare la differenza e per fare davvero del bene al proprio paese, anche andando contro al volere della madre che cerca di impedirne la partenza, per proteggerla dagli orrori della guerra.

Le tre protagoniste insieme formano un’Unità, gruppo elementare alla base dell’organizzazione dell’accademia di Fort Salem in cui ricevono l’addestramento. Le Unità vivono, dormono, si allenano insieme, sono la cellula del sistema esercito, ma sopratutto sono messe in competizione le une contro le altre, valutate e classificate giornalmente secondo merito. Merito che viene valutato prendendo in considerazione il contributo che ogni singolo componente dell’Unità mette nell’impegno giornaliero a Fort Salem. Questo sistema mette subito in forte contrasto Abigail e Raelle, che sono agli antipodi per impegno. Abigail da una parte pretende di eccellere, Raelle dall’altra non perde occasione per sottrarsi agli impegni e darsela a gambe per il “campus”.

Sono dinamiche interessanti, che possono portare alla luce moltissimi aspetti della difficoltà di votare la propria vita alla preparazione militare che anche in questo frangente ho il timore si tramuteranno in un nulla di fatto. C’è infatti una grande spada di Damocle su queste dinamiche che potrebbero ridurle all’infantile bullismo sul più debole o il più svantaggiato, rendendo Fort Salem al pari di qualsiasi altra High School americana classista e stereotipata.

In questo primo episodio altri due personaggi meritano menzione particolare: il Gen. Adler e Scylla. Il Generale viene mostrato subito con punta della piramide e potentissima strega centenaria. Firmataria dei patti di pacificazione tra la stirpe delle streghe e la razza umana, vive e combatte da tantissimi anni, si dimostra inflessibile e poco perculabile fin da subito. Il secondo personaggio, Scylla, è una necromante già presente a Fort Salem, che viene inserita senza grande collante nella storia e con l’apparente unico merito di comparire ogni qualvolta Raelle si sottrae ai doveri, vagando per l’accademia e dandomi materiale per shipparle senza ritegno. Le due creano subito un legame, tra sguardi interessati e flirting studiato, fino a dare sfogo ad un desiderio reciproco che non avevano mai davvero mascherato.

La cosa più interessante di Scylla è che non c’è una storia attorno a lei fino al plot twist degli ultimi minuti dell’episodio. Ci troviamo di fronte alla donna del massacro iniziale, seduta di fronte ad uno specchio nel quale fluttua il riflesso di un palloncino. Questo momento piuttosto confuso termina quando la ragazza si da’ nuovamente fuoco al viso e brucia, con fiamme tutt’attorno a lei fino a lasciar mostrare un altro cambio nel proprio aspetto fisico, prendendo le parvenze proprio di Scylla. Un cambio di apparenze giusto in tempo perché Raelle faccia la sua comparsa, senza sospettare nulla, per baciarla e lasciarsi andare ancora una volta al desiderio, di fronte alle facce scioccate di noi spettatori per quella trasformazione inaspettata capace di portare alla trama moltissimi spunti di sviluppo e continuazione, nonché una valanga di futuro angst per questa coppia neppure nata.

La storia di per sé sembra avere potenziale. L’idea di una società così fortemente matriarcale, dalle gerarchie ben delineate, con un forte sentimento di preservazione della Madre Patria, un nemico – la Furia – così potente, sfuggevole, decentrato eppure capillare nel tessuto sociale, sono aspetti che personalmente trovo molto affascinanti e interessanti, ma mi rendo conto che siano anche difficili da sviluppare in maniera davvero sostanziale. Nelle mani sbagliate potrebbero esplodere e ridursi ad uno dei soliti drama adolescenziali da fine liceo, a tratti romantico, perdendo tutta la polemica politica di grande attualità, lasciandoci rimpiangere quello che sarebbe stato.

Cose che mancano: un miglior focus sulla storia di questa America Alternativa. Si intravede qualcosa tra le immagini della sigla, ma ancora non si sa nulla sulla geografia di questa nazione e neppure si possono capire certe implicazioni durante l’episodio. Sappiamo che Raelle proviene dalla Cessione, ma onestamente non ci aiuta a capire un cacchio di lei.

Cose strane: le streghe utilizzano le loro voci come un canto per scatenare fenomeni atmosferici violenti e combattere la Furia. Sono perplessa. Spero che sia una metafora che rende la mancanza della voce delle donne nella nostra società un’arma di grande potere in questa serie TV, perché sennò non ci vedo una gran poesia.

Cose belle: la mancanza di personaggi maschili. Una bella boccata d’aria per un pilot.

A questo punto bisognerà attendere lo svolgersi della stagione per scoprire come andranno le cose, discretamente incuriosita della trama, ma consapevole della sua natura di bomba ad orologeria. Speriamo che non ci esploda tra le mani.

Un abbraccio a distanza!

G.

#MotherlandFortSalem