Orphan Black 04×02 Recensione

Buongiorno a tutti caro Clone Club! Innanzitutto un paio di considerazioni. La prima, grazie mille per il grandissimo entusiasmo che avete dimostrato nell’accogliere la prima recensione di questa serie, è stato stupendo! In questo devo ringraziare anche gli affiliati di Orphan Black Italia che, con la loro collaborazione, ci permettono di ottenere la visibilità che ci serve per crescere. Per cui, un grosso abbraccio di ringraziamento a tutti! 🙂

La seconda considerazione è sulle serie tv: è adorabile quando hanno un numero relativamente basso di episodi, perché l’azione esplode subito e il ritmo è mantenuto sempre alto. Ce ne siamo accorte bene in questo secondo episodio di OB e già i dubbi che ci assalgono sono importanti. Per cui, bando alle ciance, cominciamo la recensione!

 

Ci troviamo di fronte a modi diversi di reagire a ciò che sta succedendo nelle vite di ogni clone. Da una parte abbiamo Sarah perennemente in fuga, sempre all’erta, con l’ansia per la propria vita e la profonda apprensione nei confronti della sua famiglia. Una condizione molto stressante che scatena una grande sofferenza, o meglio insofferenza, nei comportamenti della piccola Kira, che per quanto sia una bambina brillante e intelligente, è ormai stanca di dover vivere alla macchia e di non poter più avere a fianco le persone che ama. Ce ne viene data prova nel momento in cui il gruppo si trova a fuggire dall’Islanda perché scoperto dai Neos e torna a casa dalle altre sorelle e dai loro cari. È stato bellissimo ritrovare Cosima e Scott e con loro scoprire importanti novità sul fronte nemici comuni. La nostra bella scienziata e il suo fedele collega sono stati licenziati dal Dyad e l’istituto pare avere messo definitivamente la parola FINE a tutto ciò che riguarda la clonazione e gli studi a riguardo. Di fatto, come dice Scott, gli unici interessati a portare avanti quelle ricerche sono loro stessi, nel piccolo scantinato di una fumetteria. Ora, che il Dyad di punto in bianco decida di abbandonare anni di impegni e spese mi pare un po’ forzato, e sono certa che avremo altre notizie dall’istituto, soprattutto perché vi ricordo essere loro anche il progetto dei vermoni che va tanto di moda in questa stagione. Sono abbastanza sicura che torneremo a percorrere quei corridoi e magari ci troveremo anche delle risposte.

Tornare a casa significa per Sarah affrontare i Neos e per farlo ha bisogno di ritornare indietro nella vita di Beth, indagare ancora sulle ragioni che l’hanno portata al suicidio e trovare Mika. Con l’aiuto di Art, Sarah scopre gli inquietanti aspetti di Beth che prima non conosceva: la droga e la paranoia in primis. Viviamo, tramite i flashback, ancora un po’ della vita di Beth e scopriamo che, dopo essere stata rimossa dal caso dei mangia guance, ha comunque portato avanti un’indagine personale, senza autorizzazione e che ciò ha scosso il Detective Duko abbastanza da portare a minacciarla se non avesse smesso di cercare la verità. Scopriamo, inoltre, quanto fosse solido il rapporto con Mika anche se non abbastanza da permettere alla donna di confidarsi e di confessare i suoi piani. Tra i quali la assistiamo indossare una parrucca bionda, armarsi con una pistola e rincasare sporca di sangue. Cosa è successo nel tempo in cui non vediamo l’azione? Con chi si è incontrata? Qualsiasi cosa sia accaduta, è questo gesto estremo che l’ha portata definitivamente a togliersi la vita? Cosa significa che ha perso, che non c’è più nulla da fare? Qualsiasi cosa sia accaduta, non bastano le suppliche di Mika per ricomporre l’animo distrutto di Beth, non è sufficiente la presenza di una persona a lei cara per lenire i suoi dolori, sappiamo benissimo che quello scambio di parole tra loro è l’ultimo che Beth ha avuto prima di buttarsi sotto al treno.

Sarah cerca Trina, la ragazza neoluzionista incinta e si ritrova al Club Neos, insieme a Felix. Viene riconosciuta da un uomo che la avvicina, scambiandola per MK e le mostra un orrendo video: i vermoni, quei biochip disgustosi che vengono impiantati nelle guance dei Neos sono pericolosi. Hanno un avanzato sistema di autoconservazione che li porta ad ammazzare l’ospite se vengono manomessi. Le domande su quegli impianti si sprecano, ancora non sappiamo quasi nulla a riguardo e tutto questo ci porta solo a brancolare nel buio. La cosa positiva per Sarah è che può trovare Mika, sfruttando la sua somiglianza con lei. Ma l’incontro con Mika non è decisivo, non serve a Sarah a scoprire qualcosa sulle robolarve, anzi, ho timore che con il suo spirito impulsivo abbia spaventato Mika e che ora possa essere più difficile per le due di collaborare, visto lo spirito cauto e conservativo del clone scandinavo. Purtroppo, Mika non è l’unica persona che Sarah incontra. Ritroviamo il duo interrazziale degli infermieri, che immobilizzano Sarah, frugano nella sua bocca, ma la lasciano andare appena capiscono che non è il clone che “stanno cercando da molto tempo”. E qua cominciamo ad avere ansia. Come fanno a sapere che lei è Sarah? Perché sono stati così docili nell’andarsene? Sarah rincasa come una furia, sconvolta e fuori di sé. Siobhan fa la terribile scoperta: nella guancia della ragazza vi è impiantata una robolarva.

 

Riprendere la questione Cosima mi rattrista tantissimo. Le scene con lei sono dolorose, la vediamo debole, scoraggiata, si aggrappa alla marijuana terapeutica per ritrovare l’appetito, ma non riesce a superare la scomparsa di Delphine. La vediamo spezzarsi in un pianto disperato, implorare Miss S di dirle che la sua amata è viva, ma non possiamo noi saperlo, così come S, che la abbraccia, ma non riesce a consolarla. Ora lancio un appello accorato ai writers: fateci sapere qualcosa. Qualsiasi cosa. Due intere puntate senza accenni alla ragazza, nel buio più totale, con il timore che non sia sopravvissuta alla sparatoria e che qualcuno ne abbia occultato il cadavere sono decisamente troppe, soprattutto se il personaggio in questione è amato come se fosse uno dei protagonisti. Fateci sapere che sta bene, per cortesia.

 

Per una sestra che invece è felice, ce n’è un’altra che tenta di mascherare il dolore e la rassegnazione. Mi riferisco ad Helena e Alison. È stupendo vedere Helena in ospedale, goffa e strana come al solito, scoprire che la piccola creatura che cresce dentro di lei in realtà sono due piccoli gemelli, come lei e Sarah. È altrettanto dolce vedere come Donnie sia emozionato, nel fingere di essere il marito. Vivere quei sentimenti che per anni ha voluto provare con la moglie lo porta ad essere eccitato e impaziente di condividere tutto con Alison, che però non riesce ad accettare di essere sterile, mentre nella sua stessa casa vive una persona uguale a lei in tutto e per tutto, ma che sta per avere la gioia che lei desidera e ha desiderato da sempre. Spero che Alison riesca a superare questo momento, che trovi in Donnie l’amore di un marito comprensivo e so che Helena sarà la sorella più amorevole che esista nel preciso momento in cui verrà a conoscenza del dolore di Alison.

 

Altri momenti degni di nota:

– Purtroppo il mio entusiasmo è stato brutalmente spento dallo stesso Dylan Bruce. Su twitter il nostro amato Paul comunica che la presenza del suo nome nella opening di questo episodio è stata un banale errore dovuto alla riscrittura della puntata e che di Paul non si avrà più notizia, in quanto morto morto morto. Sob…

– Il comportamento freddo di Felix nei confronti di Sarah, il suo dolore per essere stato abbandonato e la sua scelta di allontanarsi da lei e cercare la sua famiglia biologica. È stato straziante vederli così lontani quando sappiamo bene che in coppia sono una squadra esagerata e che si voglio un gran bene. Spero che possano appianare i loro attriti, perché non esiste il Clone Club senza il fratello delle sestra.

– Kendall Malone ha la leucemia. Cosa potrebbe significare questo per i nostri cloni preferiti? Ci sarà pericolo anche per loro?

 

Direi che di domande ne abbiamo abbastanza, chissà se troveremo anche le risposte che vogliamo! Non ci resta che attendere e continuare a seguire questa stupenda serie tv,

alla prossima

G.

 

#OrphanBlack