The 100 03×12 Recensione

Ciao a tutti Serieskru! È incredibile come un episodio di The100 possa iniziare senza convincermi particolarmente e poi dopo tre minuti schiaffeggiarmi a mani aperte e farmi ricredere in maniera totale. Pure io di cosa mi stupisco più, il mio è amore incondizionato. Questa puntata, comunque, non aggiunge molto alla trama della stagione, ma quello che aggiunge ci mette in allerta per il futuro. Inoltre, speriamo che sia servita come capitolo finale per i dolori della giovane Clarke che, anche a sto giro, si ritrova davanti agli orrori del suo passato obbligata ad affrontare i suoi demoni. Demons, così è intitolato questo episodio, è un’altra sessione psicoanalitica nella mente dei nostri Cento, in attesa che la guerra si scateni, definitiva e violenta.

 

Mi è piaciuta tantissimo l’atmosfera horror che ha caratterizzato tutto l’episodio, la storia del Capitan Fidalgo, il carrillon nel corridoio, il blackout e l’inquadratura attraverso il visore notturno, tutto ha portato la puntata a svolgersi in una maniera diversa, ma molto appassionante. Tanto è vero che per una volta ero più interessata alle scene ad Arkadia piuttosto che ai disastri a Polis.

La storia di Capitan Fidalgo raccontata da Miller ad Harper e Bryan sembra quasi una profezia di quello che capiterà loro, ora che sono soli nella grotta, mentre il resto del gruppo è al campo alla ricerca del diario di Lincoln, indispensabile per trovare Luna. Nella storia di Miller, il Capitano fa parte della prima generazione di Sky People, coloro che ancora credevano di poter ritornare presto sulla terra e che invece dovettero fare i conti con la verità e affrontare l’isolamento nello spazio. L’uomo impazzì, perseguitato dai fantasmi della moglie e dei figli, bruciati dalle radiazioni e uccise undici persone dell’arca nel tentativo di allontanare i suoi fantasmi, prima di venire trovato anch’esso morto, a pezzi, vicino alla scritta “demons” tracciata con il sangue. Nelle scene che seguono, uno per uno, Miller, Bryan e Harper spariscono, non sappiamo per colpa di chi e neppure perché.

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Il resto del gruppo intanto arriva ad Arkadia, che si apre deserta davanti ai loro occhi. Non c’è un’anima, ma sono evidenti i segni di tutte le attività che sono state abbandonate come se, tutt’a un tratto, non ci fosse più bisogno di mangiare, di fare la guardia al cancello, di giocare per passare il tempo. Come se non bastasse l’atmosfera desolata a fare inquietare i ragazzi, ecco che si apre una scena straziante. La pozza di sangue in cui è morto Lincoln li attende e siamo distrutte dallo sguardo di Octavia, che la osserva e ancora una volta butta giù il magone, concentrata nella sua missione e senza dubbio desiderosa di allontanarsi da quel luogo terribile. Così il gruppo si divide, O. e Jasper alla ricerca della mappa grounder, gli altri alla ricerca di qualcosa che permetta loro di capire di più sui piani di ALIE e sull’AI. Mentre noi gridiamo loro di non farlo, perché sappiamo come va a finire e non è mai bello, le loro strade si dividono.

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Octavia in questa puntata ha affrontato tutto il suo dolore, dalla negazione al pianto liberatorio, supportata da un Jasper che sa bene cosa la ragazza stia passando e che finalmente sembra in grado di processare il suo dolore e andare avanti, superandolo. Octavia ritrova il diario di Lincoln, la sua giacca, le sue cose ed esplode, liberando la rabbia accumulata, per poi ritrovarsi piccola a soffrire per la perdita del suo primo, vero amore. Octavia in Lincoln ha trovato comprensione e appartenenza, cosa che sull’arca non aveva mai sperimentato. Ora che è sola deve imparare a trovare sé stessa, deve capire chi è. “A warrior doesn’t mourn a dead until the war is over”. E così ancora una volta, calpesta i suoi sentimenti e va avanti, perché non sa fare altro che lottare.

Purtroppo però, come nella storia di Miller, anche Octavia e Jasper si trovano davanti a colui che ha rapito i loro compagni e capitolano alla sua violenza.

Intanto, Raven trova i diari di Becca e comincia a capire come funziona la matrice di ALIE 2.0, tanto che riesce ad attivarla. Questo inizia in noi una serie di domande: sappiamo da Sinclair che Raven non è un granché come programmatrice e che quindi dovrebbe trovare difficoltà a leggere il codice informatico, eppure lo fa senza fatica. Questo vuol dire che l’influenza di ALIE dalla quale si è liberata le ha comunque lasciato qualche “dono” inaspettato? La vediamo come una cosa che potrebbe rivelarsi molto utile nel seguito. Ancora una volta sentiamo nominare Lexa ed è commovente come Raven rassicuri Clarke sul fatto che la Heda non fosse solo un’AI: Lexa era una persona, non c’è nulla di cui Clarke si debba preoccupare, nulla di quello che è stato tra loro può essere sminuito dal fatto che Lexa avesse quel piccolo chip nel corpo. Ed è così che, pensando a quello che poteva avere un significato per Lexa, trovano il comando vocale per attivare il chip: una frase importante per Becca, il motto della sua vita, “seek higher things”, ascende superios.

Come se non bastasse il gruppo già diviso in due, ecco che anche Clarke e Monty lasciano Sinclair e Raven per raggiungere Bellamy. Nel corridoio, rischiarato a tratti da un neon mal funzionante, si percepisce una musica, una ninnananna distorta proveniente da un carrillon. Monty voce del popolo puntualizza quanto non sia furbo seguire quel suono e per una volta siamo d’accordo con lui al 100%, ma Clarke è badass fino al midollo e figurati se si vuol salvare la pelle una volta. Così cadono anche loro nella trappola del Capitan Fidalgo, che altri non è che Emerson. È proprio vero che chi non muore si rivede.

Emerson è il vero demone di Clarke, che ora si trova a pentirsi di averlo risparmiato a Polis, che ancora una volta chiede scusa per gli errori che ha fatto. Emerson vuole vendetta, vuole vedere la ragazza soffrire del suo stesso dolore, mettendo in pericolo i suoi amici. E ci riesce. In questo episodio diamo l’addio ad un grande personaggio, sempre presente sullo sfondo per i cento, ma che ha fatto da padre a Raven e non l’ha mai abbandonata. Sinclair ci lascia in maniera eroica, come solo un grande uomo sa fare, ma lascia la sua giovane allieva orfana di un’altra persona importante, l’ennesima per lei. È sempre così in questo mondo terribile, è così triste. Addio Sinclair, grazie per essere rimasto fino alla fine un baluardo per tutti i cento.

Emerson, nella sua crudeltà, è utile per Bellamy e Clarke, per tornare ad essere la guardia e la principessa, il duo di comando forte e coeso che si sostiene, si copre le spalle contro i nemici. Non c’è più il Bellamy fesso che segue Pike come un cane, non c’è neppure il Bellamy schiavo del volere di Clarke (come velenosamente sostenuto da ALIE), ma c’è un nuovo Bell che capisce quando gli istinti suicidi di Clarke sono inutili e che fa del lavoro di squadra un modo di operare. Ci erano mancate le loro interazioni e la loro alleanza. Ma guai a farle diventare altro, che ora G. non potrebbe reggere il colpo. No al Bellarke amoroso, ti prego JRot dimmerda, te meno. No, a noi i Bellarke piacciono così: amici che si sostengono e si proteggono le spalle a vicenda. Purtroppo, però, neppure il piano di Bellamy di far credere ad Emerson che Clarke sia sola e poi colpirlo alle spalle funziona (minchia, mica siamo nati ieri), così pure il ragazzo si trova imprigionato con gli altri nella camera stagna, a rischiare di soffocare.

A quel punto per Clarke e i suoi amici sembra essere la fine: Emerson non si accontenta di una sola vita, in cambio di tutte quelle che la ragazza ha strappato. Al contrario, tutti loro devono morire e lei deve essere l’ultima, così da poterli guardare soffrire e morire uno a uno, provando lo stesso dolore che lui ha provato. L’uomo toglie quindi l’aria ai ragazzi e sadicamente spinge Clarke a pregarlo, a implorarlo di salvarli, senza avere ovviamente l’intenzione di farlo, ma solo per umiliare e torturare la ragazza. Mentre si accinge a uccidere anche lei, ecco però che si rivela come la Wanheda cazzuta che conosciamo: usa il chip 2.0 come arma. Usando la frase di sblocco, con violenza impianta l’AI nel collo di Emerson, ben sapendo che, in mancanza del sangue nero, questi sarebbe morto. Appena in tempo riesce quindi a trarre in salvo i suoi amici, ancora una volta.

Adesso è finalmente il momento di piangere i morti, Sinclair e Lincoln, e dare loro addio. Finito il cerimoniale, un momento carico di emozioni, il gruppo deve tornare alla propria guerra contro ALIE. I cento si dividono: Raven e Monty restano ad Arkadia per elaborare come distruggere i chip 1.0 quando sarà il momento, protetti da Miller, Bryan e Harper, mentre Clarke, Bellamy, Octavia e Jasper partono, alla ricerca di Luna.

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Nel frattempo a Polis le cose si mettono male per Murphy. La sua giornata inizia in realtà molto bene, ritrovando la sua amata Emori, con la quale si lancia in limoni arditi (e ben oltre…) nel palazzo. Mossa ardita! Peccando inoltre di una ingenuità non tipica per il ragazzo, forse dettata da un sincero affetto e una reale fiducia nei confronti della ragazza, le racconta tutta la situazione: chi è Ontari, il suo non essere veramente Comandante, come si sia spacciato per custode della Fiamma, cosa deve fare per tenersela buona. Emori, dal canto suo, appare molto curiosa e interessata al racconto. Peccato che non ne faccia buon uso, finendo per incrociare sul suo cammino il testimone di Geov… pardon, Jaha, il quale le fa prendere il chip e le estorce tutte le informazioni avute da Murphy. Il nostro santone tanto amato e la giovane si presentano quindi a palazzo, dove quasi spiattellano a tutti che Ontari è un falso Comandante: la reazione della ragazza è sempre pacata come al solito ovviamente. I due mostrano di sapere tutta la storia e di conoscere Murphy, il che fa sbroccare di brutto Ontari, la quale non ammazza il traditore seduta stante solo perché Jaha la convince che è un’importante miniera di conoscenze.

Ma non è finita qui! #MaiunaJaha convince la “comandante” di poterle offrire qualcosa di ben più importante e potente della Fiamma: la vera eredità di Bekka Pramheda. La chiave, il dannato chip da ingerire. Ontari chiaramente accetta, perché vuoi che – debole come è al momento – non sia favorevole a qualunque cosa la renda legittimamente potente? Ecco quindi che la puntata termina con uno scenario agghiacciante: la Comandante è anch’essa assoggettata ad ALIE e fa aprire i cancelli per Polis, dando così la possibilità di popolare la oramai famigerata City of Light.

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Oramai siamo sempre più vicini al momento in cui si incroceranno i destini dei cento e degli zombie della CoL, ritrovandosi tutti a Polis. Cosa accadrà ai nostri ragazzi? Che conseguenze avrà il fatto che Ontari sia sotto l’influenza i ALIE? Troveranno Luna? Oramai mancano poche ore a un nuovo emozionante episodio e noi non stiamo più nella pelle.

Nell’attesa, vi invitiamo come sempre a passare da https://www.facebook.com/DeCento100/?fref=ts per farvi delle grasse risate!

 

May we meet again,
-V. & G. kom Serieskru

#The100