Orphan Black 04×04 Recensione

Ciao a tutti miei cari amici! Mi piace molto leggere le impressioni altrui, cercare di capire cosa hanno visto le altre persone nell’episodio che mi presto a commentare, mi aiuta a farmi un’idea di quello che voglio dire. Soprattutto in casi come questo, quando non sono soddisfatta di ciò che ho visto e devo mettere in ordine le idee. “From instinct to rational control” mi ha lasciato un po’ perplessa, ribaltando su di me una quantità enorme di novità, senza la delicatezza di spiegarle e posizionarle bene nel puzzle generale della storia. Per comodità tratterò a tematiche, così da esaurire meglio quello che è accaduto.

La fu Veera Suominen

MK, Mika o come volete chiamarla, costruisce bombe al C4 con la stessa facilità con cui si lava i denti. Mi verrebbe da dire “Find a girl who can do both”, ma in realtà andando avanti con l’episodio mi sono ricreduta un po’ su di lei. Tutta la sua vita è cambiata ad Helsinki, lo stesso misterioso Helsinki che non sono riusciti a nascondere alla sensibilità di Rachel, l’Helsinki che ha spento un sacco di vite e si è rivelato un vero e proprio atto di pulizia etnica, se mi permettete il paragone. Helsinki la collega direttamente a Ferdinand, l’esecutore materiale dello sterminio indiscriminato di cloni, di cui lei è l’unica sopravvissuta. La vita alla macchia, l’ansia di venire scoperta, la volontà di collaborare con altre sorelle capaci e sveglie era tutto un piano di vendetta per MK che nell’attentato ha perso la migliore amica, Niki. Immagino che per lei aver trovato Sarah sia stato molto più utile e significativo che il viceversa. Sarah è il clone meglio posizionato tra i fuochi che contano, più di quanto non sia, per esempio, una Krystal. Vuoi o non vuoi la fortuna, MK collabora con Sarah e collaborando con lei ha accesso alle sue conoscenze. E comunque, quello che Sarah non rivela, MK scopre da sola. Controlla il cellulare della protagonista e capisce in fretta come sfruttare la situazione a suo favore. Inganna Ferdinand inviandogli un sms e lo conduce a casa di Beth. Finalmente si trova faccia a faccia con l’uomo, in grado di collegare un volto ad un nome così pieno di significati dolorosi. Quello che non la rende migliore di Ferdinand è il fine ultimo dell’incontro: MK, Mika, la fu Veera Suominen ha in mente di ricoprire l’uomo di liquido infiammabile, circondarlo di candele e abbandonarlo lì, costretto a rimanere seduto su una sedia perché vi è attivata una bomba con sensore di pressione. E lo fa, fa tutto questo e il piano avrebbe anche successo se non fosse per Sarah, che tenta di fermarla, tenta di convincerla a condividere con lei la ricerca della verità, ma Veera è ormai persa nella sua spirale discendente di vendetta. Non so dirvi se Veera è sempre stata intenzionata ad usare Sarah per i suoi scopi o se è stato un’evoluzione malsana del loro rapporto, fatto sta che la sua storyline potrebbe dirsi conclusa, giusto una meteora passata e già spenta. Sarò felice di ricredermi, perché penso sinceramente che le sue doti potrebbero rivelarsi estremamente utili, ma solo se il suo personaggio trova una nuova ragione d’azione, perché la vendetta non porta a nulla di positivo e non sarebbe per nulla utile ai fini narrativi.

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Il nome della Scienza

Se non esistesse Cosima dovrebbero inventarla. E inventare anche Scott, ovviamente. Il duo si appresta a studiare il capo del Dyad – nel vero e proprio senso della parola – donato alla scienza dai coniugi Hendrix. Grazie al loro impegno scopriamo a cosa serve l’impianto vermiforme nella guancia, ma è come se neanche ce l’avessero detto. La larva è un sistema di rilascio di una terapia genica, che potrebbe modificare il DNA di Sarah. Voi avete capito? Io no, anche se continuo a ragionarci. Quello che non realizzo è quale sia l’utilità di modificare geneticamente Sarah a questo punto della vita quando ormai ha messo al mondo Kira (se per caso i Neos volessero rimediare alla sua non sterilità) o chissà cosa altro. Lo scoprire lo scopo degli impianti è una questione di enorme portata, ma a mio parere viene sganciata a caso, senza la prontezza di spiegare un minimo di implicazioni. Sarebbe stato vagamente accettabile se Cosima avesse espresso a voce alta un’opinione, un’ipotesi, qualsiasi cosa per dare spessore ad una notizia necessaria, ma buttata al vento.

Non dimentichiamo l’altra grande novità rivelata in questo episodio: Eve Cho, CEO della Brightborn Group, mette a disposizione della massa un rivoluzionario metodo di concepimento, verso la creazione di bambini sani, forti e perfetti. Come si collega alla faccenda degli impianti? Vi ricordo che Eve era uno degli scienziati del Dyad ed era a capo del progetto delle robolarve.

"Who is the science now, bitch?"
“Who is the science now, bitch?”

L’importanza di chiamarsi Rachel

Le vicende di Rachel non subiscono grosse svolte, se non fosse che ci danno la possibilità di discutere la questione dell’eticità delle ricerche scientifiche. Il succo è: Charlotte sta morendo, è il clone più giovane ad aver contratto la malattia, vale la pena curarla o vale più da morta? L’interrogativo è già di per sé tremendo, accumula addirittura più gravità quando Susan lo pone a Rachel. Non solo il clone assiste al deperimento fisico della piccola amica, ma ne deve decidere il futuro. La decisione che prende è crudele, benché in ottica di sopravvivenza sia la più sensata: Rachel decide che le cure mediche non verrano messe a disposizione di Charlotte, ma che verrà studiato l’avanzare della malattia sulla bambina alla ricerca di dati e cure per poter salvare in un futuro lei stessa, e speriamo anche Cosima. Se dobbiamo vedere morire una bambina, almeno che sia per il bene dei più. Se si mette nelle mani di una persona la possibilità di decidere, essa trarrà da quella possibilità il massimo rendiconto personale, nulla di diverso da quello che fa Rachel in questo frangente. Vedremo come il momento di avvicinamento madre e figlia si svilupperà, ora che hanno trovato un punto di incontro nel quale far convergere le loro abilità migliori.

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Momenti degni di nota:

  • La scena AirItalia. Ora prendere l’aereo e rispondere alla richiesta dello steward di controllare la cintura di sicurezza non avrà più lo stesso significato.
  • La rappacificazione tra Sarah e Felix. Le mie richieste sono state accolte e il duo è tornato a comunicare. La cosa ridicola? Felix che dice “se solo avessi saputo” e io che dal letto gli urlo “se solo fossi stato disposto ad ascoltare!”
  • L’aplomb britannico con cui Ferdy ammette di poter essere rimasto “un po’ a corto di fondi” mentre gronda benzina seduto su una bomba dopo essere stato derubato di tre milioni e passa. Adoro.
  • La dolce Helena che decide di lasciare la casa degli Hendrix. Non ho apprezzato Donnie nel momento in cui le ha confessato quanto Alison abbia sofferto nel periodo in cui tentavano di avere figlie e non condivido l’averlo fatto parlare ora, con Alison che nello scorso episodio sembrava aver fatto pace con questo argomento. Perlomeno in relazione alla sola gravidanza di Helena.

 

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A presto,

G.

#OrphanBlack

Ma dove vai, Meathead? T^T
Ma dove vai, Meathead? T^T