The 100 04×01 Recensione – Echoes

Octavia cara, vuoi introdurre tu questa nuova recensione di The 100?

We’re back too, bitches!!!

The 100 ritorna e lo fa riprendendo l’azione da dove era stata lasciata nel finale di mesi fa, presentandoci una première che conclude le questioni lasciate in sospeso e presenta i drammi che verranno affrontati nei prossimi 13 episodi.

In Echoes non ci si guarda indietro: l’episodio non mostra nulla di quello che è già successo, ma fa schizzare l’azione in avanti, mentre negli occhi dei personaggi leggiamo la consapevolezza, la colpa, il rimorso per tutto quello che hanno fatto. Le persone sopravvissute alla caduta della City of Light devono fare i conti con le loro azioni, con i loro morti, con tutto ciò che di riprovevole hanno fatto sotto il giogo di A.L.I.E. mentre avanzano confusi tra le strade insanguinate di Polis, coi lamenti dei feriti nelle orecchie.

Nella confusione della situazione, la prima cosa che salta all’occhio è il vuoto di potere che regna tra i clan grounders ora che anche Ontari è morta. In questo frangente si scatena rapida l’azione di rivalsa di Azgeda, capitanata da Echo, che rivendica per sé e la sua nazione la sovranità sulla coalizione, mentre gli Sky People cercano di contenere la furia dell’altro clan, ben consapevoli di quanto sarebbe letale per loro una tale prospettiva. I due popoli faticano a venire a patti e neppure la lontana, e già tradita, amicizia tra Bellamy ed Echo riesce a rendere le negoziazioni semplici. E’ un Roan redivivo, salvato in extremis da Abby e Clarke, a rimettere in ordine le questioni, affermandosi come Re della Nazione del Ghiaccio. Roan non avrà vita facile: Echo è un personaggio molto forte e notoriamente sleale. Si è piegata facilmente alle decisioni del suo Re come è giusto che faccia un buon suddito, ma è altamente improbabile che rimanga al suo posto nelle retrovie e non tenti in qualche modo di influenzare il ragazzo, portandolo a credere più alle sue idee che alle proprie. 

Quello che convince ogni persona rimasta viva a Polis a credere a Roan e a piegarsi al suo volere è il suo nuovo ruolo di Fleimkepa. E’ Clarke che cede al Re la fiamma in cui sono contenute le anime dei precedenti Comandanti, conscia che quel ruolo avrebbe portato ogni Grounder a riporre la propria fiducia nel Re di Azgeda come portatore di ordine tra i clan. La Fiamma rimane uno strumento di enorme potere e possederla porta con sé il rispetto e il prestigio della carica. Il gesto di Clarke di separarsi dalla Fiamma, dall’ultima cosa che la tiene legata al suo amore per Lexa, è anche l’ultima garanzia per gli Skaikru di avere riconoscimento all’interno della Coalizione. Hanno il vitale bisogno che Roan li legittimi agli occhi di tutti, così da essere tutelati nei confronti degli altri clan. Giurando fedeltà alle idee dell’Ultimo Vero Comandante, Lexa kom Trikru, Roan si appresta a governare sulla Coalizione e finché non sarà scelto un altro Comandante, la responsabilità sarà tutta nelle sue mani.

Il focus sull’importanza della coalizione e sull’eredità intellettuale che una Heda come Lexa ha lasciato ai posteri è solo uno dei vari modi in cui la ragazza è stata ricordata in questa première. Da amante sfegatata del personaggio non ho potuto che commuovermi ogni volta che il suo nome veniva nominato, ogni volta che le sue azioni venivano ricordate. Un momento magnifico e necessario che mi ha strappato definitivamente il cuore dal petto è stato nelle prigioni, quando Clarke tracolla e confessa ad Abby il suo amore per Lexa. E’ stato necessario per sottolineare l’importanza della relazione, donandole contenuto e gravità, portandola finalmente oltre le mura della stanza di Lexa, alla conoscenza di tutti. La reazione di Abby è da sciogliersi tra i singhiozzi: la donna accarezza la guancia della figlia e la supporta nel lutto, le fa sapere che lei c’è e che può contare sul suo appoggio.

I know that look.

I loved her, mom.

I know.

Sistemate le più impellenti questioni politiche e sistemate in modo coerente, presentando Abby, Kane, Clarke e Bellamy come quartetto coeso e finalmente allineato verso un obiettivo comune, i giovani lasciano Polis per tornare ad Arkadia, dove c’è da affrontare una ben più grande e pericolosa minaccia. I quattro finalmente sono arrivati a rappresentare quel piccolo cerchio di potere che sempre avrebbero dovuto essere: Abby e Kane apportano una lunga esperienza politica, con la cautela tipica di chi ha vissuto e deciso già molte volte, mentre Clarke e Bellamy conoscono i Grounders, conoscono la Terra e sanno come funzionano le cose in quella che potrebbe sembrare una società molto più primitiva rispetto quella che gli adulti controllavano sull’arca. In questa ottica, gli adulti rimangono come consoli a Polis, mentre i ragazzi si imbarcano in quella che si prospetta una missione impossibile.

In una costruzione a climax, i Cento si trovano ad affrontare, per ogni stagione, una disgrazia differente. Questa volta, però, non hanno mai visto nulla di altrettanto pericoloso e incombente. Le previsioni di A.L.I.E. sono vere, i reattori nucleari costruiti ai giorni nostri per proteggere la terra sono arrivati alla fine della loro vita utile e hanno già cominciato a collassare, rilasciando radiazioni che causeranno la morte di tutta la popolazione rimasta e la distruzione del pianeta come conosciuto. Non sembra esserci nessun modo per superare il fall-out, siamo tutti in attesa di sapere come riusciranno a salvarsi la pelle.

Quanto dolore mi fa pensare che giusto poco tempo prima Clarke pensasse che la vita fosse più che semplice sopravvivenza.

Momenti degni di nota per personaggi:

  • Octavia: il percorso di Octavia verso la sua nomina di Skairipa inizia già in questa première. Octavia ha fatto fuori Pike, ha fatto fuori altri quattro in questo episodio e sembra che la sua sete di sangue e vendetta sia irrefrenabile. Abby lo ha notato ed è genuinamente preoccupata per la sorte della ragazza, ma quest’ultima non è minimamente intenzionata a contenere la sua furia. 
  • Kabby: con la fine del mondo alle porte sembra che i personaggi abbiano capito l’importanza di tenersi a fianco le persone che contano. In questa première abbiamo un assaggio di come sarà la relazione tra Abby e Kane, con i loro sguardi a cuoricino e le carezze. E’ davanti ad uno di questi gesti di improvvisa intimità tra i due adulti che Clarke riconosce il profondo affetto che li lega e dà loro la propria benedizione, mentre sorride stringendo il chip. 
  • John Murphy: Murphy è sempre stato il lupo solitario, quello che ha sempre creduto nella sua salvezza per prima e non è cambiato. Ha provato a fidarsi del suo popolo, ci ha provato per tre minuti e poi ha preso su baracca e burattini e insieme ad Emori ha levato le tende. Classico. Questo loro viaggio solitario come potrà salvaguardarli dall’imminente destino di morte che aleggia sulle teste di tutti?

  • Bellamy: il più grande dei Blake deve fare i conti con sé stesso, con quello che ha fatto decidendo di annullarsi al volere di Pike e man mano arriverà anche a trovare assoluzione. Combatte la battaglia più grande nel tentativo di riacquistare la fiducia della giovane sorella e benchè si notino accenni di avvicinamento tra i due, la strada è ancora lunga ed entrambi sono più che feriti. Il rapporto con Clarke è buono, ma se salta su un’altra volta con un’affermazione del genere, giuro che tiro il pc dalla finestra. LUI avrebbe bisogno di una pausa dal salvare Clarke??? Ma se Clarke ha sempre salvato tutti e mai uno ha avuto cuore di ringraziarla. Con questa frase si conferma solo l’ennesimo cieco di fronte alle azioni della ragazza. Che dio ce ne scampi, Clarke lasciali crepare tutti e scappa alle Bahamas, credi a me. 
  • Jasper: la spirale discendente di Jasper sembra non avere fine. I pensieri peggiori non lo hanno abbandonato e ora che la speranza della City of Light è andata persa, non c’è più nulla che lo tenga insieme. Il primo tentativo di suicidio del ragazzo è stato interrotto e l’unica cosa che lo “tiene in vita” ora è la consapevolezza che tanto la morte è imminente.
  • Raven: la mia adorata Reyes è un’altra di quelle che non ha mai avuto una gioia since il primo momento in cui è comparsa, eppure, al contrario del signorino listato qua sopra, non si arrende mai. La vediamo piegata dai dolori, ma come un treno continua a studiare, a cercare di scoprire quale sarà la loro sorte e una volta raggiunta la consapevolezza che alla fine non c’è che la morte, scommetto che penserà ad un modo badass per prenderla a calci in culo. Raven è un personaggio magnifico, rappresentanza di tutti coloro che nelle difficoltà non si arrendono. I stand for her.
  • Jaha: già il fatto che ne dobbiamo parlare e non in termini di addio per una morte atroce tra dolori e sangue, mi irrita parecchio. NON E’ ANCORA CREPATO MALE VI RENDETE CONTO? Quale è il suo scopo? Per quale motivo respira ancora l’aria radioattiva della terra e non è sotto tre metri di terra??? Misteri che veramente non capisco.
  • Monty e Harper: porelli loro che si vogliono bene e sono gli unici a concludere qualcosa, benché ancora mi sia veramente oscuro come Harper possa essere soddisfatta delle performance del ragazzo se ogni volta che gli smonta da dosso lui ha la faccia di quello scioccato che non sa cosa ha fatto… Non sembra essere proprio garanzia di qualità…

Ragazzi, per questa settimana chiudo qui, fatemi sapere le vostre impressioni qui sotto nei commenti, su Facebook o Twitter, vi leggerò con gioia.

Passate inoltre dalle magnifiche affiliate per la serie: DeCentoBob Morley italian source» I’m gonna need a better reason. » I can’t lose you too. ϟ The 100, Telesimo che ringraziamo infinitamente per la collaborazione ❤️

A presto,

G.

#The100