The 100 04×12 Recensione – The Chosen

Ben tornata SeriesKru! Come ogni settimana eccomi qua a ragionare sull’ultimo episodio trasmesso di The 100, oggi si tratta di The Chosen. Ammetto che come episodio l’ho trovato piuttosto ben fatto, ma non riesco a togliermi di dosso la tristezza che la maggior parte delle scene mi ha lasciato dentro.

Questo penultimo episodio è molto diverso da tutti quelli che The 100 ci ha mostrato finora. Nelle scorse stagioni arrivavamo a questo punto disperati perché ci venivano mostrati i protagonisti in situazioni senza nessuna via di uscita. Ci basta ricordare le atmosfere al cardiopalmo all’interno di Mount Weather, quando gli Sky People si sono ritrovati soli ad affrontare i Maunon, oppure torniamo indietro alla scorsa stagione quando gli automi umani di ALIE scalavano a mani nude la torre di Polis per fermare Clarke dal distruggere la City of Light.

Erano atmosfere diverse, più gravi e urgenti, rispetto a questo quasi-season finale. Abbiamo finalmente le 100 persone che rimarranno nel bunker e i ragazzi hanno una possibilità nel ritorno tra le stelle. Questo è quello che mi più mi preoccupa, questa falsa sensazione di speranza e sicurezza che vogliono farci avere, mostrando come tutti hanno gli strumenti necessari per sopravvivere e perpetrare la specie umana. Questo è ciò dal quale dobbiamo essere pronti a proteggerci: a questo punto TUTTO può andare storto.

In The Chosen si chiude un cerchio gigante che ha avuto origine quattro stagioni fa, quando sull’Arca è stata presa la drastica decisione di tornare sulla Terra. Ci troviamo di fronte alla scelta opposta questa volta, ci troviamo a dover tornare nello spazio. Non c’è più tempo a disposizione per Clarke e gli altri dopo mille contrattempi durante la missione di salvataggio di Raven, non è più possibile per loro far ritorno al bunker. Il laboratorio di Becca non è allestito per permettere la sopravvivenza del piccolo gruppo di giovani e l’unica opzione che hanno è tornare dove tutto è iniziato: nell’anello principale dell’Arca e lì restare fino a che la Terra non tornerà ad essere abitabile dopo il passaggio del Praimfaya.

E’ un destino beffardo che coglie Clarke, Raven, Bellamy, Murphy, Monty, Harper, Echo ed Emori pronti ad affrontarlo. Come dice la Reyes:

Così come i ragazzi sembrano avere un’alternativa alla morte certa, anche nel bunker si delinea sempre di più la salvezza. Il “problema” sta nella mente degli Sky People. E’ chiaro ormai, ne abbiamo avute di conferme sul fatto che gli Sky People si credano migliori dei Grounders. E’ così dal primo momento in cui gli adulti sono arrivati sulla terra, perché è una sensazione che i Cento originali hanno avuto in maniera più lieve, avendo subito avuto a che fare in maniera paritaria con i Grounders. La gente dell’Arca è convinta di essere essenziale per via delle proprie conoscenze tecnologiche e il loro essere “più civili”, ma siamo veramente sicuri che gli Skaikru siano il clan più meritevole?

Io comincio ad avere i miei dubbi a riguardo. E’ vero che il knowhow tecnico a loro disposizione è necessario, che sono capaci e conoscono cose che i Grounders non riescono neanche ad immaginare, ma perché non pensano mai al viceversa? Perché non riconoscono che gli altri Clan sono sopravvissuti come loro per 98 anni dopo il fall-out che ha spinto le nazioni a trasferirsi nello spazio? Qualcosa vorrà pur dire, il fatto che non si sono estinti quei barbari pazzi e guerrafondai in una situazione di ko qual era pure quella passata.

Insomma, io vedo qualcosa di valido in tutti i clan, tutti i clan potranno arricchire gli altri nei cinque lunghissimi e difficilissimi anni che trascorreranno rinchiusi in quel bunker.

Da una parte gli Skaikru impareranno a coltivare al meglio, a capire la Terra e le sue meraviglie, mentre i Grounders si troveranno ad imparare scienza e tecnica e metodi di politica meno sprezzante e furiosa.

Queste due enormi culture saranno forzate a fondersi e il fatto che vi sia Octavia al potere rende questa fusione ancora più credibile e possibile. Lei era la ragazzina che veniva tenuta nascosta nello spazio, è una Sky Person per nascita, eppure ha trovato una vita degna di essere vissuta solo dopo essere arrivata sulla Terra. Octavia è l’esempio che si può essere sia una cosa che l’altra, che l’integrazione è possibile.

Sarà facile? Per niente. Osserviamo a mente fredda chi abbiamo davanti e rendiamoci conto di quanta fatica e quanto sangue sicuramente verrà sparso per continuare il cammino verso la pace. Sono pur sempre quei boriosi degli Sky People e quei barbari dei Grounders di cui parliamo.

Nell’ottica dell’eterno ritorno, affrontiamo un’altra volta la scelta di 100 persone da salvare. Dante sarebbe sicuramente orgoglioso della scelta di questo numero particolare. 100 erano i ragazzi mandati sulla terra in avanscoperta e 100 sono le unità che ogni clan deve scegliere per garantire la sopravvivenza dell’umanità. Una scelta presa dai Terrestri con grande onore e, ne sono certa, spirito di sacrificio personale. Una scelta impossibile per gli Skaikru (vedi tutte le ragioni sopra). Mi parte l’invettiva contro Jaha e non mi inoltro a dare parole al mio odio, perché so che è anche il vostro. Un uomo che negli episodi prima dello hiatus è l’ideatore della Mietitura per aiutare Clarke a superare la rivolta dopo la scoperta della sua lista, è lo stesso che ora sostiene che nessuno dovrebbe mettersi in fila ed aspettare di morire. Lui che comunque era nel gruppo di persone “necessarie” da salvare di principio. Si rende elemento di disturbo in una situazione già difficile, eppure ne esce come messia, per via del fatto che Marcus lo ferma nei suoi intenti terroristici e salva la baracca dalle sue idee folli. Non ho più parole per descrivere come Jaha sia controverso e intollerabile, le ho spese tutte.

In relazione a questo, le sensazioni dolorose che vi avevo accennato ad inizio recensione sono tutte scaturite da come Marcus ha deciso di sedare la rivolta e risolvere la situazione. Il gasare tutte quelle persone, il selezionarle da incoscienti, come se fossero carne da macello, come se quelli fossero sacchi informi di iuta, mi ha causato un profondo senso di disagio. Era tutto così sbagliato. Tutto in quella scena mi faceva pensare che quelli non erano oggetti da buttare, ma erano persone vere e proprie. Persone che però non hanno aiutato la propria causa, persone che non hanno fatto come tempo addietro sull’arca, decidendo di sacrificarsi, ma persone che hanno acceso la miccia della ribellione, quella che però porta solo ad auto-distruggersi.

E torniamo indietro all’ultimo punto che voglio considerare: tutto si chiude attorno alle 100 persone che Clarke aveva già deciso di salvare, quelle 100 persone la cui genetica era forte, le cui conoscenze essenziali. Tutto si chiude intorno a Clarke e ho paura che non sia ancora finita per lei.

Per questa settimana penso di aver detto tutto quello che volevo dire, sapete che potete lasciarmi le vostre impressioni qui sotto nei commenti, su Facebook o Twitter, vi leggerò e risponderò con gioia.

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Vi ricordo che l’associazione Night Sky Events ha organizzato la prima Convention italiana di The 100 a Milano, 28 Maggio 2017 con ospiti, Jessica Harmon e Jarod Joseph! Affrettatevi ad assicurarvi un pass per la partecipazione!

Passate inoltre dalle magnifiche affiliate per la serie: DeCentoBob Morley italian source» I’m gonna need a better reason. » I can’t lose you too. ϟ The 100, Serial DisagioTelesimo che ringraziamo infinitamente per la collaborazione. ❤️

May we meet again,

G. kom Serieskru

#The100