Westworld 01×08 Recensione

Ciao a tutti! Sono tornata! Finalmente sono riuscita a mettermi in pari con il necessario ed eccomi di nuovo qui a cercare di capire qualcosa. Fatemi dire solo una cosa: LO SAPEVOOOO! Benché poi avessi accantonato l’ipotesi che Bernard fosse un androide, ecco invece che abbiamo scoperto essere la verità! E’ stato un ribaltone incredibile e non è la sola cosa da pazzi successa negli episodi in cui sono mancata al commento! Westworld ha decisamente ingranato una marcia in più ed è sempre più intrigante e spettacolare.

A prova di questo devo dire che da quando le avventure nel parco sono state leggermente accantonate in favore della storyline dietro le quinte dei laboratori io sono impazzita. Ritengo che la trama al quartier generale sia veramente fenomenale e i primi episodi ambientati solo nel West mi pesavano un poco. Ora no, ora che siamo spessissimo tra i corridoi asettici del quartier generale tutta la storia ha trovato nuova vita.

Ford vs Arnold: il cattivo e il buono

Nel grande gioco di Westworld trova luogo lo scontro infinito tra le due grandi menti inventrici, la guerra di ideologie tra Ford e Arnold, uno che interpreta un Dio ingombrante e dalla fame di potere e l’altro che piuttosto sembra essere misericordioso e generoso. Se da una parte Ford vuole creare androidi, ma non vuole che per loro sia possibile avere capacità di pensiero individuale, Arnold sappiamo quando desiderasse dotarli di una coscienza in grado di permettere loro una totale umanità. Attraverso l’operato di uno sta agendo l’altro, perché nel sistematico cancellare e riscrivere le creature di Ford, Arnold sta agendo invisibile nel riportare a galla tutte quelle vite precedenti che non fanno altro che rendere questi personaggi sempre più coscienti di loro stessi, sempre più caratterizzati a 360°, ma sempre più confusi, come solo gli esseri umani possono esserlo nel vivere alla cieca giorno per giorno.

Il regalo di Bernard agli androidi.

Nello scorrere degli episodi abbiamo assistito al tentativo di Bernard di intromettersi nella programmazione degli androidi. Se fosse Bernard a manomettere le vite stagne dei suoi stessi simili? Se fosse lui a mettere in opera la volontà di Arnold? E se Bernard fosse la migliore opera di Ford, semplicemente perché è la riproduzione dello stesso Arnold?

Tutto il finale di stagione potrebbe venire creato intorno al conflitto che sta per nascere tra creatore e creatura, in cui Bernard si ribellerebbe al suo personale Dio cattivo, che lo obbliga ad azioni aberranti (l’assassinio di Theresa ed Elsie) e mente a sangue freddo, sapendo di mentire. Bernard potrà non avere ricordi dell’uccisione di Theresa, ma ricorda di aver fatto del male ad Elsie e scommetto che presto tornerà cosciente di tutte le cose sbagliate che è stato obbligato da Ford a commettere.

Super Maeve

In un andirivieni meraviglioso tra gioco e dietro le quinte si destreggia Maeve, l’unica ad ora in grado di avere percezione completa di se stessa e di ciò che la circonda. Maeve potrebbe, in antitesi con Bernard, essere il capolavoro di Arnold, l’androide che sente e ha emozioni. Sappiamo che, dopo che l’Uomo Nero ha ucciso la figlia, Maeve si aggrappa al ricordo di quella morte per sentirsi viva. E’ ancora una sensazione fasulla scritta per lei da codice, ma il fatto che possa percepirla senza che sia previsto è di una potenza incredibile. Maeve è la pedina di Arnold nel gioco di Ford e con la sua nuova capacità di riscrivere gli operati di tutti gli host intorno a lei sarà in grado di distruggere dall’interno quel castello di carte che è Westworld.

Le linee temporali

Ormai è chiaro, questa serie tv presenta un intreccio tra passato e presente che spesso rimane invisibile agli occhi da quanto è perfetto. Si fa sempre più chiara la possibilità che William e l’Uomo Nero siano la stessa persona, così come è palese che a far scattare la cattiveria in William sarà la morte di Dolores, probabilmente per mano di Logan, che probabilmente verrà ucciso dallo stesso William per vendetta. Si spiegherebbe quindi il perché del background emotivo dell’Uomo Nero, di quel suo essere misterioso e cupo, nella sua ricerca del labirinto senza nulla da perdere (ha già perso tutto lui, perdendo Dolores).

Altre linee temporali le viviamo, al momento, nei ricordi degli host, che, oltre ad aggiungere tasselli alla trama, ci mostrano tante cose utili per capire la difficoltà della creazione di un progetto quale Westworld.

Westworld è davvero un capolavoro, un viaggio filosofico difficile ed appassionante, che nel concludersi tra due puntate riuscirà ad esprimere in maniera fragorosa ogni sua possibilità. Non è ancora finito il viaggio.

Un saluto ai pazientissimi e gentilissimi amici di Westworld Italia e Lost in Series!

A presto,

G.

#Westworld